Amalia Bruni rompe gli indugi e accetta la proposta di candidatura alla presidenza della Regione arrivata dai partiti del centrosinistra (più il Movimento 5 Stelle) calabrese. La direttrice del Centro regionale di Neurogenetica accetta così una sfida che si annuncia in salita. «L’impegno primario - dice - è riportare i giovani a lavorare in Calabria, abbiamo bisogno di ringiovanire la nostra società e ridare fiducia nel domani. Abbiamo bisogno di aprire per le nostre Università strade privilegiate in Calabria per i nostri giovani laureati». Da Bruni è arrivato l’invito a «fare squadra perché non ci sarà spazio per le primedonne». E tuttavia, la discesa in campo della scienziata pioniera nella lotta all’Alzheimer, tra le ricercatrici predilette dal Nobel Rita Levi Montalcini, non frena le fibrillazioni all’interno dei partiti. La situazione più difficile si registra nel Movimento 5 Stelle: i coordinatori della campagna elettorale, Alessandro Melicchio e Giuseppe Giorno, lasciano l’incarico in aperta polemica e accusano Riccardo Tucci e Massimo Misiti, entrambi parlamentari, di aver voluto «a tutti i costi» un accordo con il Pd. Veleni e accuse reciproche volano pure tra gli ex alleati Carlo Tansi e Luigi de Magistris. La scelta del leader di Tesoro Calabria di convergere sulla candidata indicata da Pd e M5S («Bruni è la candidata ideale per i progressisti»), non lascia indifferente l’ex pm. Che attacca: «L’affidabile Tansi annuncia che va con il Pd. Dopo aver urlato nelle piazze contro il partito della torta, al quale ora si vuole unire. Meglio perderlo che trovarlo uno come lui». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio