È il sindaco di Rende, Marcello Manna, il nuovo presidente dell’Anci Calabria. Manna è stato eletto, ieri pomeriggio, nella sala congressi del Parco acquatico della sua città, con 66 voti a suo favore. Lo sfidane è stato invece Vincenzo Scerbo, sindaco di Marcellinara, nel Catanzarese, che ha raccolto 26 preferenze. 188 gli aventi diritto al voto; 91 i presenti. Assenti i sindaci di Reggio Calabria, Cosenza, Catanzaro e Lamezia. Il primo cittadino di Vibo, Maria Limardo, ha chiesto – invano- il rinvio dell’elezione proprio per le assenze di così tanti colleghi. E, in subordine, per ritornare al voto dopo le elezioni regionali. L’organismo è stato retto dal vicario, Franco Candia – consigliere comunale di Stignano -, da quando a causa del coinvolgimento in alcune inchieste giudiziarie, si dimise Gianluca Callipo. L’ex sindaco di Pizzo è stato prosciolto. L’incontro è stato quindi orientato alla elezione del nuovo presidente che resterà in carica nella parte residua del quinquennio, con mandato in scadenza nel 2022. Nell’aprire i lavori, Candia ha informato i presenti di aver ricevuto sollecitazioni dai dirigenti nazionali del Partito democratico e di Forza Italia affinché si procedesse ad un rinvio, considerata l’imminenza del prossimo turno di elezioni amministrative. Sotto questo aspetto, nelle ultime ore, era circolata l’indiscrezione di un accordo raggiunto proprio da Pd e berlusconiani, per un commissariamento dell’ente da affidare poi, nelle vesti di commissario appunto, al sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo. L’assemblea non si è però determinata sull’eventuale rinvio. Da sottolineare che numerose amministrazioni non sono rappresentate poiché non in regola con il versamento delle quote. “Vi è un tema – ha dichiarato Manna nel suo intervento – che riguarda molti o forse tutti i comuni calabresi. Non è qui opportuno ripercorrere le molteplici ragioni che oramai rendono stabili le emergenze che affliggono i nostri comuni. Un dato su tutti è però essenziale: la crisi finanziaria è elemento comune. Il 50% dei comuni Italiani che hanno la procedura di riequilibrio o che sono in regime di dissesto è calabrese. Sappiamo come questo dato rappresenti un grave limite delle municipalità che non consente neppure interventi di ordinaria amministrazione. Nel contempo si consuma una grave lesione democratica atteso che la realizzazione del programma subisce grave ritardo ovvero non può essere realizzato. Sono temi che devono essere posti a base di una ampia discussione e di un programma comune».