I dubbi di Nicola Irto aumentano col passare dei giorni. Non bastano, al giovane vicepresidente del Consiglio regionale, gli attestati di stima arrivati dai vertici del Pd e dal gruppo dirigente del partito calabrese, per ritenere chiuso il travaglio che lo aveva spinto ad annunciare il ritiro della candidatura a governatore. Irto sa bene che la strada da percorrere per il centrosinistra è ancora tutta da decifrare. Così com’è consapevole dei veti sul suo nome presenti nella coalizione. E tuttavia il consigliere regionale, che il plenipotenziario del segretario nazionale del Pd, Francesco Boccia, ha incoronato «leader dello schieramento in Calabria», ritiene vada aperto al più presto il tavolo nazionale «che - rileva il diretto interessato - non deve essere chiuso a una logica della tattica, a una logica dei nomi». Quanto alla sua candidatura alla presidenza della Regione, «è e resta condizionata all’impegno che a livello nazionale si avrà sulla Calabria». Quello di Enzo Ciconte (che ieri ha criticato Salvini per la sue dichiarazioni a Zambrone sulla Lega e l’impegno antimafia), scrittore ed ex parlamentare del Pci, è una delle ipotesi più battute. Altre vengono tenute al riparo dai riflettori, al fine di evitare ogni fuga in avanti. Eppure qualche spiffero filtra. Come spiegare altrimenti l’indiscrezione, confermata da più settori del centrosinistra, del gradimento espresso dall’ex premier Giuseppe Conte, leader in pectore del M5S, per il professore dell’Università della Calabria, Nuccio Ordine? Leggi l’articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - CALABRIA