La svolta in casa del centrodestra ancora non c’è. Il vertice tra i leader della coalizione si chiude con un nulla di fatto sul nome di chi dovrà guidare la coalizione alle elezioni regionali del prossimo autunno. Il dossier Calabria, riferiscono fonti accreditate, non è stato nemmeno affrontato durante il confronto andato in scena nel pomeriggio di ieri a Montecitorio. La questione, comunque, potrebbe essere affrontata a breve anche non disperdere il vantaggio su un centrosinistra spaccato e con le idee ancora confuse. Secondo gli accordi finora conosciuti, in Calabria dovrebbe toccare a Forza Italia indicare il nome del candidato: il nome già ufficializzato dagli azzurri è quello dell’attuale capogruppo alla Camera, Roberto Occhiuto. Sul suo nome, almeno tra i berlusconiani, il consenso è unanime. Lo stesso Occhiuto, da tempo ormai, non si stanca di ribadire che quella di capogruppo «è solo una parentesi perché la mia grande ambizione è quella di guidare la Calabria». Il clima resta teso all’interno del Movimento 5 Stelle. Il confronto (online) tra i parlamentari calabresi pentastellati si è trasformato in una sorta di “sfogatoio” in cui non sono mancati accenti critici per la situazione che si è venuta a creare. Nel mirino è finita soprattutto l’uscita (definita da più parti «intempestiva») di Dalila Nesci, che si è autocandidata alle eventuali primarie del centrosinistra. Quasi tutti i deputati e i senatori del M5S ritengono sbagliata l’impostazione seguita dall’attuale sottosegretaria perché non condivisa con il resto del gruppo e, soprattutto, «poco efficace» se pensata in direzione di un allargamento di una coalizione.
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