A metà tra la necessità e la virtù, il Pd decide di non decidere. La direzione nazionale del partito si chiude con un nulla di fatto per la Calabria. Tutto rimandato ai prossimi giorni quando (si spera) il quadro sulle alleanze dovrebbe essere più chiaro. Al Nazareno, sotto lo sguardo attento del segretario Enrico Letta (che, per inciso, annuncia l’impegno di tutto il partito per affrontare l’emergenza sanitaria calabrese), va in scena una guerra di posizionamento. «Le alleanze - scandisce il leader dem - sono conseguenza di chi siamo, non definiscono la nostra identità». Il che non fa una piega. “Identità” è la parola più citata negli interventi, che è poi il tema irrisolto da anni. Il recupero di una propria autonomia dovrebbe essere fondamentale per una forza che si candida a essere il perno di un nuovo centrosinistra. All’orizzonte, però, ci sono le scadenze elettorali di inizio autunno. La Calabria, per esempio. Qui i dem - almeno a parole - spingono per un allargamento della coalizione, magari attraverso lo strumento delle primarie. Con quale candidato? Teoricamente non dovrebbe esserci discussione dopo che i quadri regionali hanno deciso di puntare su Nicola Irto. Il problema, per il Pd, è che la scelta di puntare sull’attuale consigliere regionale è rimasto racchiusa nel recinto interno al partito calabrese e non condivisa da nessuno dei potenziali alleati. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria