Il doppio binario su cui oggi viaggia la gestione dell’acqua calabrese potrebbe non portare da nessuna parte. E il treno su cui stanno per essere convogliate le centinaia di milioni di euro del Recovery Plan rischia di non arrivare in Calabria a causa dell’impasse in cui si trova la Regione, stretta tra l’Autorità idrica calabrese e la Sorical. L’Aic è l’ente di governo d’ambito che negli ultimi mesi, con enorme ritardo, è diventato operativo, ma non ha ancora individuato il soggetto gestore. Sorical è la società mista (il 53,5% è della Regione) che gestisce gli acquedotti calabresi da quasi un ventennio e ha una concessione trentennale per la fornitura idropotabile all’ingrosso ai Comuni, ma è in liquidazione ormai dal 2012. Stando così le cose, dunque, non c’è attualmente un gestore in grado di cogliere le opportunità del Pnrr, che si traducono in 4,38 miliardi di euro a livello nazionale. Quasi la metà di questi fondi, 2 miliardi tondi, sono destinati a investimenti in infrastrutture primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico; 900 milioni alla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione; 880 per la «resilienza dell'agrosistema irriguo»; 600 per fognature e depuratori.
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