“Dopo il dibattito in Consiglio regionale ci attendiamo l’istituzione di una cabina di regia o di un Osservatorio sul Recovery Plan da insediare nella Cittadella regionale, come è stato chiesto sia dai banchi dell’opposizione che da quelli della maggioranza. Di questo punto di sintesi - afferma il consigliere regionale Francesco Pitaro - dovrebbero far parte, oltre alla politica, tutti i soggetti dello sviluppo, le rappresentanze imprenditoriali e delle forze sociali, i Comuni, le Università, il Terzo settore nonché le professionalità necessarie per agire con metodo, regole e competenza. Al di là della battaglia sulle percentuali di risorse da riservare al Mezzogiorno, è urgente che la Calabria si dia un’organizzazione che sovrintenda permanentemente all’evoluzione del PNRR. La cabina di regia o l’Osservatorio dovrebbe servire a convogliare ogni progettualità già inserita nel Piano del Governo, o quelle a cui si annette particolare importanza per il rilancio dello sviluppo economico e sociale che non sono al momento contemplate, in un disegno complessivo della Calabria che vogliamo da qui a dieci anni. E anche ad interloquire con il Governo e in particolare con l’Europa che, prevedendo esborsi - due volte all’anno fino al 2026 - e condizionandoli al raggiungimento dei target e con una specifica tempistica, per noi meridionali costituiscono una solida garanzia al fine di evitare che le risorse si disperando in mille rivoli o finiscano con l’essere fagocitate da lobby, interessi organizzati e speculatori e non conseguano gli obiettivi su cui punta l’Europa”. Aggiunge Pitaro: “Bisognerebbe recuperare il tempo perduto, aprendo, su questo straordinario dossier che interessa il futuro, un dibattito ampio e un’interlocuzione sistematica fra i decisori politici e istituzionali e le istanze più rappresentative della società calabrese. Questo libro dei sogni ( com’è stato definito) che ha in serbo mutamenti formidabili nella mobilità, come la linea ad Alta Velocità Salerno - Reggio Calabria con i treni a 300 km all’ora da completare entro il 2030 (parole del premier Draghi) e che costituisce una speranza per le nuove generazioni, non può restare chiuso nella Cittadella regionale o essere seguito come fosse un’ordinaria pratica amministrativa”.
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