«Un elemento appare evidente: non viene messo in campo un progetto strategico per unire il Paese». Mario Oliverio non è per nulla convinto della bontà del Recovery plan definito dal governo. Fa appello ai parlamentari calabresi, l’ex governatore, «affinché possano correggere l’impostazione di un documento che relega il Sud alla marginalizzazione». Sull’Alta velocità ferroviaria non appare esserci la svolta auspicata dal gruppo di docenti universitari calabresi e siciliani che da tempo hanno costituito una Rete. «Alta velocità - ragiona Oliverio - significa stessi tempi per percorrere uguali distanzi. Se da Roma a Napoli-Afragola ci sono 200 chilometri e si impiega meno di un’ora per arrivarci, da Napoli-Afragola a Villa San Giovanni ci sono 400 chilometri, quindi due volte un’ora, si devono impiegare meno 2 ore per percorrere la tratta. Quello che si propone nel Recovery è un miglioramento della linea esistente, tant’è che a completamento dell’intervento è previsto un taglio dei tempi di percorrenza di circa 80 minuti. Dunque, per arrivare da Reggio a Roma si impiegherebbero da cinque ore e mezza a più di quattro. Questa non è la vera Alta velocità. Peraltro tutto questo rischia di compromettere in maniera definitiva la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Senza una vera Alta velocità l’infrastruttura sognata per unire la Sicilia al resto dell’Europa resterà solo sulla carta».
I cittadini di Calabria e Sicilia sono considerati di Serie B
In realtà, ciò che amareggia maggiormente l’ex presidente della Giunta regionale, calabrese è «l’atteggiamento del governo che affronta l’argomento Sud relegandolo ancora una volta alla marginalità. I cittadini di Calabria e Sicilia sono considerati di serie B. Anche sulla portualità non ci sono grandi progetti: per Gioia Tauro e Augusta non sono previsti interventi significativi».
Battaglia comune che non ha colore politico
Di qui l’appello ai parlamentari calabresi di ogni schieramento a «fare fronte comune per una battaglia che non ha colore politico». Oliverio non esclude nulla in questa fase, nemmeno la possibilità di avviare, di concerto con il governatore siciliano Nello Musumeci, una class action per chiedere risarcimenti per due regioni tenute ai margini dal faraonico progetto messo a punto dal governo Draghi. «È il momento di alzare la testa - conclude Oliverio - e far valere i nostri diritti. Il Recovery, un piano Marshall dei nostri tempi, non può escludere quei territori che più di tutti sono stati penalizzati nel corso degli ultimi decenni»