In mezzo al gioco dello scaricabile andato in scena negli ultimi giorni, c’è una sola certezza: oggi torna a riunirsi il Consiglio regionale e all’ordine del giorno non figura più la proposta di legge per allungare di 16 mesi i contratti dei precari della cosiddetta “legge 12”. Sparito, andato perso, persino le commissioni consiliari chiamate ad esaminarlo sono state sconvocate, il testo firmato dai tutti i capigruppo di maggioranza e minoranza resterà in naftalina ancora per un po’. Nessuno vuole mettere il proprio marchio su un testo che rischia di essere compreso all’esterno come una “marchetta” pre-elettorale. Nella proposta di legge è previsto che i 208 precari - ricadenti nel bacino di Calabria Etica, Field e Fondazione Calabresi nel mondo - siano utilizzati da Azienda Calabria Lavoro per l’affiancamento dei dipartimenti della Regione. Lo stanziamento è di 4.754.240 euro per gli anni 2021 e 2022 e riguarda l’assunzione per 16 mesi di 124 persone con uno stipendio da 1.200 euro mensili (categoria D) e 84 persone con un salario da circa 1.000 euro netti mensili (categoria C). La relazione che accompagna il provvedimento, specifica come l’intervento legislativo rientri nella categoria degli atti urgenti e indifferibili, dunque con quelle caratteristiche tali da rendere inevitabile un intervento del Consiglio regionale che è in carica in regime di prorogatio. Ma è proprio su quest’ultimo punto che vanno concentrandosi i maggiori dubbi.
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