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Lavoro ed integrazione in Calabria, le precisazioni della Regione sul progetto "Supreme"

La precisazione della Regione relativa alla presunta esclusione del Comune di Rosarno dall’avviso promosso nell’ambito del progetto Supreme Italia

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In riferimento agli interventi di diversi parlamentari, relativi alla presunta esclusione del Comune di Rosarno dall’avviso promosso nell’ambito del progetto Supreme Italia, la Regione Calabria, attraverso l’assessorato al Welfare, intende precisare anzitutto «di non aver ricevuto mai dagli interessati, per vie ufficiali e nelle sedi deputate, richiesta alcuna di informazioni o chiarimento, esplicitate invece soltanto a mezzo stampa». «Nel merito - continua la nota -, si ricorda che il progetto Supreme Italia nasce dalla stretta e proficua collaborazione tra cinque Regioni del Sud (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) con l’intento di promuovere azioni di contrasto allo sfruttamento lavorativo.

Un progetto complessivo pari a 33 milioni circa

Il progetto, il cui valore è nel complesso pari a circa 33 milioni di euro, vede in campo oltre alle citate Regioni, il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali (lead partner), l’ispettorato nazionale del lavoro, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni e il consorzio Nova». «Nella gestione delle risorse assegnate alla Regione Calabria - si aggiunge -, ci si è scrupolosamente attenuti alla normativa in materia di affidamento dei servizi, improntata ai principi di trasparenza, economicità e parità di trattamento. Nello specifico, in una procedura competitiva quale quella dell’avviso in questione, la Commissione agisce nell’ambito dei criteri previsti dal bando, con l’unico fine di elaborare una graduatoria che premi le proposte ritenute qualitativamente più valide. Naturalmente, i verbali della Commissione sono agli atti del Settore e visionabili secondo le leggi in materia».

«In ogni caso, nella consapevolezza dell’importanza del coinvolgimento maggiore possibile degli enti locali dell’area, il Comune di Rosarno – già destinatario di un finanziamento di 3 milioni con la precedente programmazione comunitaria (Pisu e Fesr 2007/2013) per la realizzazione di alloggi per gli immigrati – sulla base dell’art. 10 dell’avviso, che prevedeva la riserva per la Regione di procedere allo scorrimento della graduatoria incrementando la dotazione finanziaria in relazione alla disponibilità del finanziamento sul progetto – è stato invitato per due volte (giuste note del 2 e 9 dicembre 2020) a rimodulare il progetto su un finanziamento di 639.321,14 euro con particolare attenzione alle attività non incluse già nel sopra citato finanziamento della precedente programmazione, comunque nel rispetto della tempistica imposta dalla Commissione europea.

Tuttavia - prosegue la nota -, il Comune ha ritenuto di non poter accettare la proposta, rappresentando l’insussistenza delle condizioni per l’accoglimento della stessa». «Vale la pena evidenziare, infine - è la conclusione -, come altre azioni trasversali previste dal progetto abbiano già interessato (vedasi unità di assistenza sanitaria delle ong Medu e ass. Coopisa attivate tra aprile e giugno 2020, e quella dell’Asp di Reggio Calabria attiva a tutt’oggi) e interesseranno (personale di supporto ai Comuni, unità di strada, tirocini formativi e borse lavoro) il territorio di Rosarno».

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