Fare chiarezza sul rispetto dei criteri di priorità nella somministrazione dei vaccini. È quanto chiede il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro con una interrogazione al presidente del Consiglio Conte e al ministro della Salute Speranza, a seguito della notizia dell’indagine dei carabinieri del Nas su presunti abusi nella definizione degli elenchi dei vaccinandi. «Secondo il piano vaccinale – spiega Wanda Ferro - nella fase 1 di distribuzione, le prime dosi avrebbero dovuto essere somministrate secondo priorità ben individuate: il personale sanitario e gli ospiti e dipendenti delle Rsa, ossia le categorie più esposte al contagio e quelle più fragili perché proteggerle significava salvar loro la vita e, al contempo, ridurre la pressione sul sistema sanitario. Le priorità indicate, invece, troppo spesso sarebbero state ribaltate. Secondo i dati aggiornati alle 00:14 del 12 gennaio risultano somministrate 718.797 dosi di vaccino, delle quali oltre 100mila a personale non sanitario, senza alcun diritto sulle fasce prioritarie indicate dal piano vaccinale del Ministero della Salute.
I dati
Scorporando i dati regione per regione, come riportato dal quotidiano Repubblica, in molti territori quella che doveva essere la fascia prioritaria sembra arrivare per ultima: in Campania, su 68.138 vaccinati ci sono 1.262 anziani delle Rsa e 10.583 di personale non sanitario; in Calabria 10.940 vaccinati di cui 1.190 non sanitari e zero Rsa; in Sicilia 61.694 vaccinati di cui 1.328 ospiti delle case di riposo e 8.719 non sanitari; nelle Marche hanno vaccinato appena 145 ospiti Rsa e 1.834 non sanitari; nel Lazio su 66.773 vaccinati 6.019 sono non sanitari e 4.356 gli anziani; in Lombardia 69.712 vaccinati, 10.397 personale non sanitario, appena 1.631 anziani delle case di riposo; infine il caso limite dell’Emilia Romagna, dove a fronte di 71.293 somministrazioni, 4.765 sono state dedicate alle Rsa e 21.341, quattro volte di più, ad amministrativi, dipendenti e impiegati. Il risultato è che la fascia di età più coperta è quella 50-59 anni (195 mila somministrazioni), contro i 16 mila della fascia 70-79 anni, i 20 mila della 80-89 anni, i 15 mila della over 90.
Verificare la correttezza
«La giustificazione delle dosi che andrebbero sprecate – spiega il deputato di Fratelli d’Italia - non regge, posto che anche quei vaccini devono essere somministrati secondo una logica equa, perché è probabilmente proprio sull’ultima dose che si gioca la tenuta del piano nazionale». Wanda Ferro chiede quindi ai rappresentanti del governo «di verificare la correttezza degli elenchi di somministrazione dei vaccini ed individuare eventuali responsabilità in capo a chi dovrebbe gestire l’attuazione del piano vaccinale nazionale, oltre a prevedere un meccanismo di prenotazione giornaliera delle dosi di vaccino in avanzo, al fine di garantirne una distribuzione equa».