L’ex governatore calabrese Mario Oliverio lunedì scorso è stato assolto dal gup di Catanzaro perché «il fatto non sussiste». Era accusato di corruzione e abuso d’ufficio nell’inchiesta “Lande Desolate”. State facendo mea culpa? «E perché mai dovremmo farlo. La correttezza e l’onorabilità di Oliverio sono caratteristiche note a tutti. Poi è evidente che durante u percorso amministrativo di primo piano possano capitare alcuni incidenti di percorso. Siamo comunque molto soddisfatti dell’esito della vicenda processuale». Dall’altro capo della cornetta Nicola Oddati, coordinatore dell’iniziativa politica del Pd nazionale, ma soprattutto plenipotenziario del segretario Nicola Zingaretti nel Mezzogiorno, ostenta tranquillità. Non può non riconoscere che quell’inchiesta, venuta alla ribalta a dicembre 2018, vi ha fornito un assist per far prevalere la linea del “no” alla ricandidatura di Oliverio alla guida della Regione. «Quella scelta, come ribadito già in altre occasioni, è stata dettata da ragioni esclusivamente politiche. Se proprio vogliamo dirla tutta, non c’era il consenso necessario per riproporre agli elettori calabresi quel tipo di esperienza». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria