Il sindaco di Aprigliano, Alessandro Porco, si è rivolto, in una nota, ai candidati alla presidenza della Giunta regionale, «che saranno designati dalle rispettive coalizioni, e rivolgo l'invito a inserire nei loro programmi elettorali, quale presupposto imprescindibile, la previsione di uno strumento normativo che consenta agli Enti Locali, anche a totale carico dei propri Bilanci avendone la capacità assunzionale, la stabilizzazione degli ex percettori di mobilità in deroga, i cosiddetti tirocinanti i quali, dopo aver acquisito, presso gli Enti, competenze e professionalità, sopperendo alla perniciosa carenza di organico, rischiano di non avere una prospettiva di lavoro; con l'aggravante che le Amministrazioni locali non potranno avvantaggiarsi di risorse umane qualificate e formate per l'erogazione di molti servizi essenziali». Porco parte dalla premessa che «fra le questioni irrisolte in terra di Calabria c'è un tema che rischia di implodere se non trova immediata soluzione: la stabilizzazione dei lavoratori precari cosiddetti tirocinanti (ex percettori di mobilità in deroga) già assegnati presso gli Enti locali e i diversi uffici pubblici nella Regione, temporaneamente sospesi per via della crisi pandemica, e che vedranno scadere il loro periodo formativo fra circa sei mesi senza possibilità di proroga. Il futuro della Calabria si gioca principalmente sul diritto al lavoro; su questa tematica la classe politica che, in questi giorni, è impegnata a predisporre organigrammi e progetti per la prossima campagna elettorale, in vista del rinnovo del Consiglio Regionale, è bene che inizi a fare attenzione». Ecco perché «la questione relativa alla capacità assunzionale degli Enti, nel momento in cui si ha uno strumento legislativo che consente di stabilizzare questi lavoratori, impegna anche e soprattutto le Amministrazioni locali alla responsabilità politica di dare una risposta in termini occupazionali e di efficienza nell'erogazione dei servizi. È questo il momento, per chi governerà la Calabria, di dimostrare attraverso proposte concrete, che la condizione occupazionale dei calabresi è il primo obiettivo sul quale si devono concentrare gli sforzi di tutta la classe politica». Ed è proprio