«Colpisce la boriosa inconcludenza e l'irresponsabile disinvoltura del ceto politico calabrese, in questi giorni impegnatissimo in vista delle elezioni regionali nel chiuso delle proprie stanze a giocare con il destino della nostra terra, senza produrre uno straccio di idea di riscatto, senza disegnare un ideale orizzonte di emancipazione e crescita, senza mai interrogarsi su responsabilità singole e collettive, ma strenuamente impegnato solo nella conservazione di se stesso e del proprio piccolo mondo antico». È quanto ha scritto il senatore e sindaco di Diamante, Ernesto Magorno, in una lettera indirizzata ai colleghi sindaci. «Un deserto di valori e tensioni ideali - ha proseguito Magorno - ci accompagna nella nostra quotidianità e pochi rimangono i punti di riferimento per le persone, costrette a una condizione di solitudine e vera e propria povertà. Restano in campo come ultimi difensori delle istituzioni gli amministratori locali, i sindaci che a mani nude e con il solo orgoglio della fascia tricolore si misurano con piccoli e grandi problemi della nostra gente, accolgono le sofferenze, le rielaborano in soluzioni e non si voltano mai dall'altra parte. La Calabria terra bellissima, autentica e vera ha bisogno d'altro, merita altro e chiunque ricopra un ruolo pubblico - dentro ai partiti, le istituzioni, le associazioni di categoria, i sindacati - dovrebbe interrogare la propria coscienza e chiedersi se stia realmente fornendo un contributo alla causa, cosa debba fare di più per incidere in positivo nella vita della propria terra. Si prenda esempio da papa Francesco e dalla sua indomabile volontà di modificare i paradigmi del vivere: "In una società malata che volta le spalle al dolore e che è “analfabeta” nella cura dei deboli e dei fragili, tutti siamo chiamati a farci prossimi all’altro" - ci scrive nella sua lettera enciclica "Fratelli tutti"».