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Calabria, ennesima "beffa" sui precari: i sindacati sul piede di guerra

«La Giunta non ha neppure adottato gli atti propedeutici che dovrebbero porre il Consiglio in condizione di approvare le relative poste nel Bilancio previsionale»

Palazzo Campanella, sede del Consiglio della Regione Calabria

I sindacati minacciano di alzare il livello dello scontro sui precari. In attesa della convocazione del Consiglio regionale che dovrebbe affrontare il tema, Cgil, Cisl e Uil e le rispettive categorie (Nidil, Felsa e Uiltemp) parlano senza mezzi termini di «ennesima beffa» perché Palazzo Campanella «semplicemente non può» deliberare nulla in merito alla stabilizzazione dei lavoratori della “legge 12”. La Giunta, peraltro, non ha neppure adottato gli atti propedeutici che dovrebbero porre il Consiglio in condizione di approvare le relative poste nel Bilancio previsionale. E anche sulla procedura e sulla sua fattibilità i sindacati esprimono «non pochi dubbi».

Richiesta di audizioni

«Ciò che è stato fin qui fatto, tutto l’iter burocratico durato anni e i risultati che ha portato in termini di costituzione e definizione del bacino di 209 persone, non può andare disperso, e su questo – affermano in una nota congiunta i segretari confederali e quelli di categoria Luigi Veraldi, Enzo Musolino, Pasquale Barbalaco, Antonio Cimino, Carlo Barletta e Luca Muzzopappa – vigileremo affinché sia garantita loro una reale prospettiva lavorativa». L'intenzione è di chiedere subito audizioni alla Giunta e alla Conferenza dei capigruppo, ma non si escludono nemmeno «nuovi momenti di mobilitazione unitaria». Oltre alle stesse proroghe degli anni passati, e alle ormai «rituali» rassicurazioni, sarebbero infatti «ben pochi» i passi in avanti fatti in questi mesi sul precariato. Anzi, con l'attuale Giunta regionale si è registrato «il minimo storico» nelle relazioni istituzionali con i rappresentanti dei lavoratori. Ci sono già stati diversi sit-in in concomitanza con le riunioni dell'esecutivo che, però, avrebbe negato il confronto con i sindacati, cosa che poi «ha scatenato la rabbia dei lavoratori che hanno alzato il livello della protesta creando anche disagi alla circolazione».

La legge 12

Il tema principale è proprio «la grande incompiuta», cioè la cosiddetta “legge 12” che riguarda tutti i lavoratori che a vario titolo hanno collaborato con la Regione o con enti subregionali e che da oltre 5 anni sono inseriti in un percorso «che sembrava finalmente giungere al traguardo, ma che ora sembra svanire per strani quanto ingiustificabili movimenti di palazzo». Nelle settimane scorse i sindacati avevano cercato il dialogo con il presidente della Regione Nino Spirli e con gli assessori interessati ma non avrebbero ricevuto alcuna risposta, anzi avrebbero pure assistito «alla fuga dalla porta di servizio del presidente facente funzioni». Gli accordi, a detta dei sindacati, erano diversi: 24-48 ore per trovare la migliore soluzione possibile e portarla nella prima seduta utile di Giunta per dare, infine, il via libera al dipartimento Lavoro affinché pubblicasse la manifestazione di interesse per selezionare i possibili beneficiari di un contratto di lavoro a tempo determinato per 24 mesi a 18 ore settimanali. «Dunque - fanno notare Cgil, Cisl e Uil - non la contrattualizzazione subito ma l’avvio di un percorso amministrativo finalizzato ad una futuribile contrattualizzazione. E invece nulla. L’asserita soluzione amministrativa alternativa che doveva essere partorita dalla riunione di giunta del 9 dicembre non è stata neanche discussa».

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