«C’era bisogno che il Ministero della Salute prendesse a schiaffi la Calabria, affermando che i dati dell’epidemia Covid della nostra regione “non sono valutabili”. C’era bisogno della conseguente reazione della società calabrese, compreso il sottoscritto che due giorni fa ha chiesto alla burocrazia regionale di contestare il Ministero o restituire lo stipendio per manifesta incapacità. C’era bisogno di tutto questo, affinché la Protezione Civile calabrese reagisse e denunciasse che le Asp calabresi si rifiutano di utilizzare la piattaforma informatica, per trasmettere i dati Covidcorretti al Ministero. Meglio tardi che mai! Perché i calabresi insistono ed io con loro. I cassetti degli uffici coinvolti devono essere aperti, la verità deve emergere ed occorre porre rimedio alle inefficienze. Altrimenti, chi sbaglia deve pagare di tasca propria». È quanto afferma il consigliere regionale della Lega, Pietro Molinaro.
«È drammatico - prosegue il consigliere regionale - quanto afferma la Protezione civile regionale. La piattaforma informatica per gestire i dati dell’epidemia Covid in Calabria è pronta da luglio ma, secondo la Protezione civile alcune Asp “ancora oggi, si stanno rifiutando di utilizzare la piattaforma regionale adducendo immotivate e fasulle carenze che, qualora fossero reali, siamo pronti, come Protezione civile e come Regione Calabria, a porre rimedio”. Solo per amore di verità, ricordo che tutte le Asp calabresi, da oltre un anno, sono gestite dai Commissari nominati dal Governo e mi auguro, che anche per questo intervenga al più presto, il nuovo Commissario per la Sanità calabrese. A questo punto, le Asp devono chiarire la loro posizione. Com’è stato possibile trascurare il portale dei dati Covid che fornisce i dati per stabilire se un territorio è Zona Rossa, Arancione o Gialla? Il mancato utilizzo - conclude Molinaro - è frutto di incapacità o serve a nascondere altri ritardi? Dopo le accuse della Protezione civile, le Asp devono dare conto della loro attività senza trincerarsi nel silenzio. Una risposta è obbligata. E non si può attendere oltre».
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