Un appello alle forze dell'area progressista per far rinascere la comunità politica calabrese. È quello avanzato da "Calabria aperta", il gruppo formato tra l'altro da politici, esponenti culturali e intellettuali di tutta la regione. «La pandemia - si legge nel documento - ha cambiato il mondo, le nostre vite, le nostre relazioni con gli altri. Ha abbattuto i confini ma rischia di erigerne di nuovi, fra ricchi e poveri, fra garantiti e precari, fra stati e regioni. Ci ha fatto capire che siamo tutti vulnerabili e tutti interdipendenti ma ci costringe a vivere confinati nelle nostre case e connessi solo in rete. Rende più pressante la domanda di diritti e beni comuni, ma ci obbliga a lottare duramente per imporla sui criteri del profitto e del mercato. Ci dice che nessuno si salva da solo, ma ci obbliga per evitare il contagio a una disciplinata solitudine. Accentua il bisogno di partecipazione democratica, ma ci espone a soluzioni di governo tecnocratiche e autoritarie».
Punto di svolta
«Siamo dunque - secondo "Calabria aperta" - sul bordo di una crisi che può portarci molto avanti, o spingerci molto indietro. A deciderne la direzione, come in tutte le grandi crisi della storia, può essere solo uno scatto politico. A livello globale, e a livello locale: mai come oggi occorre pensare globalmente e agire localmente. Vale anche per noi, nella nostra regione. Come e più di altre parti d'Italia, la Calabria è arrivata sguarnita a questo evento imprevisto: con un sistema sanitario dissestato; un tessuto economico esile; un sistema scolastico carente dei necessari supporti tecnologici; una rete dei trasporti piena di buchi. Ma ha scoperto anche i suoi punti di forza: l'aria pulita che non toglie il respiro ma lo alimenta; gli spazi poco popolati che non rischiano assembramenti; una forma di vita che non dipende interamente dal mercato e dal consumo. Sembra poco ma saranno risorse ricercatissime nel prossimo futuro. Come e più che in altre parti d'Italia, in Calabria la politica è screditata. Non c'è bisogno di fare la storia di questo lungo e progressivo screditamento. Ma il suo punto d'arrivo più recente, che ha portato la destra sovranista alla guida della regione, rischia di mettere sulla politica una pietra tombale definitiva, perché copre tutte le sue falle con un richiamo all'orgoglio e all'identità calabrese che chiudono la Calabria su se stessa invece di aprirla sul mondo e sul futuro».
L'elettorato di destra
«Il consenso di cui la destra gode - proseguono - si basa sull'astensione della maggioranza, il 56%, dell'elettorato calabrese. Significa che più di metà della popolazione della regione è priva di rappresentanza e non l'ha trovata nell'offerta politica delle regionali dello scorso gennaio. Anche di questo elettorato fa parte quella società vitale che non sale mai alla ribalta dei media: donne e uomini che lavorano, in ogni campo e ad ogni livello, fuori da condizionamenti criminali e da pressioni indebite, amministratori e amministratrici innovativi, imprenditori e imprenditrici che aprono nuove strade, associazioni di volontari che suppliscono le carenze del welfare, esperienze di cittadinanza attiva, pratiche di politica autorganizzata, comunità di accoglienza dei e delle migranti, reti di produzione e circolazione culturale dentro e fuori le istituzioni scolastiche e universitarie, reti di connessione fra calabresi residenti e calabresi della "diaspora". A questa società che vive e fa vivere la Calabria ci rivolgiamo per chiederle un atto di fiducia in se stessa e nella rinascita di una comunità politica. Alle forze politiche progressiste interessate a un vero cambio di passo chiediamo di aprirsi con generosità e senza egoismi a questa rinascita, e di esserne parte».
La strada
«Come in tutti i momenti di svolta, è la realtà - concludono - a indicare la strada e a scrivere l'agenda. Ripristinare i diritti costituzionali alla sanità, al lavoro, all'istruzione, alla mobilità; riscrivere il titolo V della Costituzione e contrastare gli attuali progetti di autonomia differenziata; perseguire una legalità garantista ed una intransigente lotta alla criminalità mafiosa; valorizzare le minoranze linguistiche arbëreshe, grecaniche e occitane e, anche attraverso esse, instaurare più strette relazioni con i vicini Paesi mediterranei; portare la Calabria come una risorsa, non come un problema, al tavolo della ricostruzione post-pandemica, ambientale, economica e istituzionale, nazionale ed europea. È la normalità che in Calabria equivale a una rivoluzione».
I firmatari
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Fabio Abagnato
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Carmine Abate
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Luca Addante
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Maurizio Agostino
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Conni Aieta
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Gianluca Albanese
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Sasà Albanese
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Mario Alberti
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Franco Altimari
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Orlando Amodeo
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Rossella Barberio
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Marcello Barillà
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Saverio Bartoluzzi
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Marziale Battaglia
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Nunzio Belcaro
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Doris Bellomusto
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Piero Bevilacqua
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Domenico Bilotti
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Terri Boemi
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Alfredo Borrelli
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Angelo Broccolo
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Lucrezia Bruno
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Fortunato Cacciatore
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Gianni Calabretta
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Fiorella Cannatà
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Angelo Carchidi
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Lorenzo Caffè
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Ettore Castagna
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Marco Ciconte
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Luciana Cimino
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Laura Cirella
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Maria Joel Conocchiella
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Edoardo Corasaniti
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Tonino Coscarella
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Massimo Covello
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Francesco Cuteri
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Maria Teresa D’Agostino
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Valerio De Nardo
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Francesca De Nisi
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Massimo De Pascale
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Francesco De Venuto
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Dario Della Rossa
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Antonia Di Leo
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Ida Dominjianni
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Stefania Emmanuele
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Anna Falcone
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Marisa Fasanella
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Laura Fazzari
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Donatella Loprieno
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Nicola Fiorita
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Claudia Foresta
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Mario Franchino
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Biagio Frasca
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Valerio Formisani
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Gregorio Gallello
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Aldo Gatto
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Silvio Gambino
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Massimo Garritano
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Danilo Gatto
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Giuseppe Gervasi
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Anna Greco
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Silvio Greco
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Tommaso Greco
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Mario Grisolia
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Daniela Ielasi
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Francesco Ierace
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Enzo Infantino
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Antonio Lavorato
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Mimmo Lucano
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Annarosa Macrì
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Gianfranco Macrì
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Giovanni Macrì
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Nino Mallamaci
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Giovanni Manoccio
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Antonino Mantineo
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Daniele Menniti
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Giovanna Mercurio
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Raffaele Mercurio
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Stefano Montesano
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Turi Murace
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Isidoro Napoli
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Pino Napoli
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Andrea Naso
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Lara Nocito
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Walter Nocito
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Ottavia Oliverio
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Ernesto Orrico
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Bruno Palermo
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Paolo Palma
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Luigi Pandolfi
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Mimmo Panetta
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Piero Panico
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Enzo Paolini
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Salvatore Pedullà
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Tonino Perna
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Angelica Perrone
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Cataldo Perri
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Andrea Petta
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Francesca Pesce
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Rosario Piccioni
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Fernando Pignataro
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Teresa Pirritano
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Vincenzo Pittelli
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Gennaro Ponte
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Sarah Procopio
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Silvio Primerano
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Nino Quaranta
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Giancarlo Rafele
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Maura Ranieri
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Italo Reale
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Enzo Reda
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Raffaella Rinaldis
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Mimmo Rizzuti
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Rosario Rocca
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Valerio Romano
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Antonio Rota
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Carla Rotundo
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Battista Sangineto
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Sandro Scalercio
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Pino Scarpelli
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Franco Scalfaro
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Filippo Sestito
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Janine Sinopoli
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Gaetano Sorcale
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Giorgia Sorrentino
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Gianni Speranza
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Leonide Spinelli
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Antonio Sprizzi
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Mimma Sprizzi
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Piero Tarasi
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Rocco Tassone
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Maria Adele Teti
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Daniela Trapasso
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Emanuela Trimarchi
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Michele Tripodi
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Carlo Troiano
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Nancy Valente
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Giuseppe Valentino
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Massimo Veltri
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Maurizio Zavaglia
- Salvatore Fuda
- Jasmine Cristallo
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