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Calabria: il voto a febbraio non piace a tutti, diversi dubbi sulla scelta di Spirlì

Il centrosinistra spera in un altro rinvio decretato dal governo. Il Patto civico: «Siamo in piena pandemia, è giusto posticiparle» La Calabria tornerà alle urne tra poco più di due mesi.

Il decreto c’è e la data pure: 14 febbraio 2021. Ma sulla reale celebrazioni delle elezioni regionali aleggia più di un dubbio. Sono alcuni esponenti di primo piano del centrosinistra calabrese ad avanzare perplessità sulla necessità di celebrare una competizione elettorale con l’incognita di un’emergenza sanitaria i cui contorni sono tutt’altro che definiti.
In uno scenario di grande incertezze, avanzano le ipotesi più disparate. Quella più battuta riguarda un possibile intervento del governo Conte finalizzato a sancire un rinvio del voto (un altro, dopo quello sancito di recente) a primavera e in concomitanza con il voto in programma in alcune grandi metropoli come Roma, Torino e Napoli. Per molti esponenti del Pd prendere ancora qualche mese di tempo permetterebbe ai dem di potere lavorare con minore frenesia sulle alleanze (si replicherà in chiave calabrese l’intesa con i 5 Stelle sancita in Parlamento?) e definire il perimetro del campo progressista. Nel centrodestra, per ovvie ragioni, nessuno vuole concedere altro tempo. I big di Forza Italia sono convinti che andare alle urne subito permetterebbe all’intera coalizione (seppur nessuno sa dire con certezza se le tensioni tra alleati registrate in Parlamento sul Mes possano in qualche modo minare l’unità dello schieramento) di capitalizzare i risultati ottenuti finora dalla Giunta regionale in carica.

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