Il gran rifuto. Eugenio Gaudio, rettore de “La Sapienza”, studioso di fama europea con alle spalle 500 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali, è stato nelle scorse settimane al centro della vita politica e istituzionale italiana per aver rifiutato di assumere il ruolo di Commissario di governo alla Sanità in Calabria. Le ragioni sono state di carattere familiare e non solo: le polemiche scoppiate appena è filtrato il suo nome per via di un processo in corso a Catania e per una sua presunta affiliazione alla Massoneria hanno creato un clima davvero difficile. Sul punto e sull’incarico di rettore che lascerà domattina, il professore Gaudio ha deciso di rispondere alle nostre domande. Perchè ha rinunciato all'incarico commissariale? "Come ho avuto modo di dire pubblicamente per motivi personali e familiari. Sui motivi familiari si è molto parlato, ma, se mi consente, in maniera molto inappropriata. Innanzitutto, trovo normale, anzi doveroso, che le sorti di una famiglia si decidano insieme e non autocraticamente. – (La moglie Ida non era favorevole a un suo prolungato rientro nella regione di origine, ndr) –. Poi, si è parlato tanto di Catanzaro, città che apprezzo molto e in cui ho grandi amici, all'Università, in Magistratura, fra i responsabili della conduzione regionale e cittadina, anche se - come tutti sanno - io sono di Cosenza: ho la mia casa e i parenti a Cosenza, dove sarei andato ad abitare se mi fossi trasferito in Calabria. Non capisco quindi tutta la querelle su Catanzaro. Colgo l'occasione per ringraziare sentitamente il governatore Spirlì, l'ex governatore Pino Nisticò e tutte le centinaia di amici che avevano manifestato la loro soddisfazione per l’incarico che mi era stato proposto". Questo per i motivi familiari. E quelli personali? "Innanzitutto devo precisare che non mi sono dimesso: non ho mai accettato l'incarico, tenuto conto dei motivi che ho spiegato. Inoltre, a livello personale, e prescindendo da mie considerazioni sulla specifica profilatura per quel ruolo, ho registrato un imbarbarimento della discussione e una non corretta informazione da parte dei mezzi di comunicazione circa un mio coinvolgimento in un processo a Catania, proprio negli stessi giorni in cui il mio avvocato mi informava che il pubblico ministero, vagliata la mia posizione limpida e non censurabile, ne stava richiedendo l'archiviazione. A questo punto, venivano minate anche le condizioni personali per poter operare, con impegno, sacrificio ed efficacia, seppur in condizioni molto difficili". Lei è massone come la tacciano di essere? "No. Non sono mai stato iscritto a nessuna associazione in vita mia".