Da un lato i sostenitori del voto a primavera, dall'altro i fautori di un appuntamento con le urne il prima possibile. Centrosinistra e centrodestra sembrano confermare anche in questo la loro diversità di vedute. E se il Pd calabrese pare essere tra i più convinti nel remare verso lo slittamento elettorale, di diverso avviso si mostra Forza Italia che assieme agli altri partiti del centrodestra ha sottoscritto nei giorni scorsi il documento nel quale ha confermato l'intenzione di anticipare alla prima data utile il ritorno dei calabresi al voto. Certo, bisognerà fare i conti con la pandemia e le restrizioni che potrebbero influenzare in maniera decisiva questo appuntamento. Ma per quel che riguarda il partito azzurro non sembrano esserci molti dubbi. Il vicecoordinatore per la Calabria e presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, è netto nello spiegare la posizione dei berlusconiani: «Noi riteniamo che senza un governo nel pieno delle sue funzioni poteri non si possa gestire una fase di emergenza sanitaria così grave come questa che stiamo vivendo. Ci sono decisioni importanti da prendere, ancor più in campo sanitario, e quindi non possiamo pensare di poter tergiversare e di gestire anche la transizione dal decreto Calabria senza poter incidere come vorremmo». L'ipotesi di un rinvio deciso sin da ora, a bocce ferme e con l'ultimo Consiglio in programma il prossimo 10 novembre, non lo sfiora. «Questa nostra posizione - spiega - si fonda sulla volontà di garantire i cittadini calabresi con un governo regionale nel pieno dei suoi poteri e non facente funzioni». Ed evidenzia che «il centrodestra è compatto su questa linea, con tutti i capigruppo e consiglieri sottoscrittori di un documento unitario». Del resto, ricorda ancora, «ognuno ha spiegato in videoconferenza la propria posizione al presidente facente funzioni Nino Spirlì che ne ha poi riferito al ministro per gli Affari regionali Boccia». La riunione del 10 novembre sarà dunque decisiva perché da lì si attiverà il conto alla rovescia per stabilire la prima data utile che per Tallini potrebbe essere già «verosimilmente» il prossimo 17 gennaio, sempre pandemia permettendo. Tra i nodi da sciogliere quello della modifica alla legge elettorale. E anche su questo il presidente dell'assemblea si dice certo che verrà approvata «con l'introduzione del principio del 40 e 60 per cento, come previsto dalla normativa nazionale». Ma da qui al voto ci sono anche altre tappe da compiere, stavolta sul piano politico e non istituzionale. Da vicecoordinatore regionale di FI, Tallini, sollecitato al riguardo, afferma che il partito in Calabria non si lascerà sicuramente tentare da esperimenti alla Toti (governatore della Liguria e promotore di una linea autonoma assieme a Mara Carfagna), verso il quale si mostra anzi piuttosto critico: «Il suo comportamento verso FI e Berlusconi non è da prendere a modello». Ma ci sarà da eleggere il nuovo coordinatore regionale, incarico fino al 15 ottobre scorso rivestito dalla sfortunata presidente Jole Santelli. Su questo Tallini spiega che ci sarà una discussione nel partito ma su una cosa non mostra tentennamenti: sul fatto che la candidatura alla presidenza spetti ancora a Forza Italia: «Negli incontri avuti finora nessuno lo ha messo in dubbio, soprattutto adesso. E anche le notizie che arrivano da Roma - conclude - vanno in questa direzione».