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Azione Riformista Calabria: "PD è contro la doppia preferenza? C’è chi predica bene e razzola male"

"Lo scorso 4 luglio il segretario Nicola Zingaretti aveva dichiarato il pieno sostegno del Pd alla richiesta del governo per la doppia preferenza di genere alle Regionali. 'Non c’è molto tempo: ora bisogna fare presto e procedere nelle singole Regioni. Anche da presidente di una Regione che ha adeguato la legge elettorale nel 2018 dico che è tempo della coerenza e dell’impegno al fianco del protagonismo delle donne' scriveva su Facebook", lo afferma Azione riformista Calabria.

"Lo stesso Zingaretti, in un incontro del 24 ottobre 2018 a Bologna con le attiviste di 'TowandaDem' sulla mancata introduzione della doppia preferenza nelle regioni aveva esclamato 'Ma è incostituzionale!'".

"Forse il segretario non sa, però, che un membro della sua segreteria nazionale, il consigliere regionale calabrese Carlo Guccione, si è costituito presso il Tar Calabria nell’ambito di un procedimento che porterà i giudici amministrativi a dover decidere se la mancata introduzione della doppia preferenza di genere rende le elezioni regionali viziate a tal punto da essere annullate (anche alla luce del decreto legge 86/2020 che afferma espressamente che la mancata previsione della doppia preferenza “integra la fattispecie di mancato rispetto di norme di cui all’art. 120 della Costituzione “)".

"Tralasciando ai tecnici e ai giuristi la questione giuridica, sul piano politico non può che destare imbarazzo il fatto che il responsabile ‘crisi industriali’ del PD Nazionale metta nero su bianco che l’attuale legge elettorale calabrese, che non prevede nè quote nè doppia preferenza, 'è pienamente conforme ai precetti costituzionali di uguaglianza e di elettorato passivo e salvaguarda in modo completo i criteri di democraticità e di partecipazione'".

"Ci dica, pertanto, il segretario Zingaretti, se è questo rappresenta il tipico caso di chi “predica bene e razzola male” e inviti il suo componente di segreteria a non intervenire nei tribunali contro le donne calabresi".

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