La Regione spinge, i sindaci prendono tempo, ma tutti pare vogliano che ad occuparsi delle acque calabresi sia una società interamente pubblica. L'Autorità idrica della Calabria (Aic), ente rappresentativo dei Comuni che ha competenza sulle risorse idriche, ha affrontato la questione il 3 agosto e si sarebbe dovuta riunire di nuovo domani. L'incontro però è saltato: il presidente del Consiglio direttivo dell'Aic (il sindaco di Castrolibero Giovanni Greco) lo ha rinviato a data da destinarsi per consentire agli amministratori locali un approfondimento di carattere giuridico. Sul dopo Sorical, insomma, ancora non c'è niente di ufficiale e i dubbi non mancano, ma si prospetta la via della ripubblicizzazione - che poi è quella indicata dai cittadini con il “referendum tradito” del 2011 - attraverso l'affidamento diretto a una società in house. Il problema è il come. Le strade sono due: o si crea una nuova società o si fa di Sorical il “perno” del sistema idrico integrato interamente pubblico. Quest'ultima è la via suggerita dalla Regione perché, secondo i tecnici della Cittadella, sarebbe la più rapida ed eviterebbe, non superando la deadline del 31 dicembre 2020, di perdere il treno della programmazione europea 2021/2027 - anche se c'è chi suggerisce che il termine, causa covid, possa essere prorogato. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione Calabria