«Per l’immediato chiedo che, come d’altra parte è già avvenuto durante il lockdown, chi arriva sia sottoposto a quarantena o sulle navi di provenienza requisite o su quelle della Marina, non a terra». È risoluta nell’intervista al Corriere della Sera la governatrice della Calabria Jole Santelli, per la quale «è chiaro che è necessario un blocco navale». L'affondo della presidente della Regione arriva all'indomani della tensioni ad Amantea e dopo la lettera che la stessa Santelli ha inviato al presidente del Consiglio. Nel centro cosentino si sono scatenate le proteste dei residenti in seguito alla decisione di trasferire in una struttura della città alcuni dei migranti sbarcati sabato a Roccella Ionica e risultati positivi al Coronavirus. Dei 70 extracomunitari arrivati sulle coste reggine, infatti, 26 hanno contratto l'infezione Covid-19. Per questo i cittadini di Amantea hanno scatenato la protesta con due blocchi stradali in due punti differenti sulla statale 18, l’arteria che collega sul Tirreno la Calabria con la Lucania e la Campania. Fino a sera il traffico procedeva a rilento, con le forze dell’ordine impegnate a deviare i veicoli su strade secondarie. La stessa Santelli ha scritto al premier Conte, chiedendo una nuova nave per la quarantena dei migranti sulla falsariga della Moby Zazà. «Che senso ha impedire i voli da Paesi a rischio e poi permettere gli ingressi a persone già malate?». Pertanto il blocco «va fatto senza aspettare l’Europa». Meglio ancora: «Va fatto e basta». Quindi la governatrice di Forza Italia chiede un intervento immediato altrimenti «dovrò bloccare io gli sbarchi». «Voglio sperare di non essere costretta a farlo», perché «il rischio di vita oggi è per tutti, per noi e per loro» che arrivano dal mare, e «lo Stato ha il dovere morale di proteggere chi ha lottato contro il virus, e ora che ci sta riuscendo si trova esposto al rischio di un’ondata di ritorno gravissima». Quindi chiosa: «Non è questione di ideologie, non c'è destra o sinistra su queste cose. Non possiamo essere invasi».