Il tentativo, a quanto pare sventato, di far tornare i vitalizi - questa volta nella Regione Calabria - ha fatto fibrillare per parecchie ore i palazzi della politica. Per primo è stato Luigi Di Maio, in veste da esponente 5S, a tuonare contro la ricomparsa di una norma che ormai da anni viene percepito dalla pubblica opinione come un odiato privilegio. Ma bordate sono arrivate anche dal leader della Lega Matteo Salvini e da altri, non ultimi i sindacati. Tuttavia il provvedimento, approvato il 26 maggio in maniera ultra celere e all’unanimità dai consiglieri regionali, dovrebbe essere definitivamente cestinato mercoledì 3 giugno quando il consiglio si riunirà per abrogare la neonata legge. Sulla marcia indietro pesa anche il fatto che la norma votata prevederebbe nello specifico l’assegnazione del vitalizio anche nel caso in cui il politico dovesse decadere per qualche ragione, conferendo in ogni caso la possibilità di maturare quello che viene definito il 'trattamento di fine mandato' pari a 600 euro. Forti i toni usati da Di Maio: «Mentre i cittadini hanno serie difficoltà economiche e le imprese sono colpite duramente dalla crisi, la regione Calabria reintroduce il vitalizio. Davvero surreale», ha scritto in un post. Senza mezzi termini Matteo Salvini, per il quale «i calabresi sono gente tosta che chiede più lavoro, strade e ferrovie sicure, ospedali efficienti e un futuro per i propri figli, non certo vitalizi ai politici». «Leggo di consiglieri regionali che adesso vorrebbero tornare sui propri passi, bene, abolite subito questa legge», ha detto il segretario generale della Cgil Calabria angelo Sposato. Ma, come accennato, la vicenda dovrebbe arrivare al capolinea a breve. Infatti, ha fatto sapere il presidente dell’assemblea regionale della Calabria Domenico Tallini, il Consiglio della Calabria si riunirà in seduta straordinaria mercoledì 3 giugno con un solo punto all’ordine del giorno: l’abrogazione totale della proposta di legge con la quale sono state apportate modifiche a due articoli della Legge Regionale 13/2019. Secondo Tallini «è urgente chiarire all’opinione pubblica che l'Assemblea in alcun modo intende favorire, perpetuare o addirittura ripristinare 'privilegiì che sono stati già cancellati». Nel frattempo ha detto la sua anche la viceministra all’Economia, la pentastellata Laura Castelli: «Assurdo che nel bel mezzo di una pandemia globale qualcuno, forse sperando nella distrazione generale di tutta l’Italia impegnata a ripartire, provi a intascarsi un vitalizio. Per fortuna aver alzato la voce ha funzionato». Le fa eco il suo compagno di partito Francesco D’Uva, che prende atto che «in Calabria battono in ritirata sul ripristino dei vitalizi regionali, anche dopo l’intervento di Luigi di Maio. Vedremo, noi continueremo a vigilare. Ristabilire privilegi simili è irrispettoso verso i cittadini, soprattutto in un momento storico come questo». Il braccio di ferro sul provvedimento era già iniziato da giorni in Calabria, con prese di posizione che lasciano intravedere anche molta confusione. «Ho apposto la mia firma, dopo quella di altri 7 capigruppo di maggioranza e di minoranza, su una proposta di legge che 'non comporta maggiori o nuovi oneri a carico del bilancio regionale'», aveva tentato di spiegare venerdì scorso Pippo Callipo, capogruppo di 'Io resto in Calabria'. Un chiarimento bocciato senza mezzi termini nello stesso giorno da un altro esponente 5S, il deputato Alessandro Melicchio: «Hanno incredibilmente dichiarato di non aver letto ciò che hanno votato, dichiarandosi favorevoli a loro insaputa, quindi, oppure che non immaginavano che la concessione di nuovi vitalizi potesse significare un esborso da parte della Regione, e quindi dei cittadini».