Calabria

Sabato 23 Novembre 2024

Fase 2, l'ordinanza calabrese e il giallo del "suggeritore" Pd della Santelli

Jole Santelli

C'è stato un «suggeritore» del Pd alla base dell’ordinanza con la quale il presidente della Calabria, Jole Santelli, ha autorizzato bar e ristoranti della sua regione a riaprire i battenti? Ad alimentare il «giallo» politico di queste ore il dibattito sono state le dichiarazioni rese dalla governatrice nelle varie trasmissioni televisive nazionali che l’hanno invitata a commentare la sua discussa ordinanza di alleggerimento di alcune misure di contenimento del contagio in Calabria, tra cui quella relativa alla possibilità per bar e ristoranti di svolgere il servizio ai tavoli esterni. Santelli ha più volte dichiarato che l’ordinanza recepisce una proposta del gruppo regionale del Pd, versione respinta dai democrat attraverso varie note, a firma sia del commissario regionale Stefano Graziano sia del capogruppo in Consiglio regionale, Domenico Bevacqua, che hanno invitato il governatore a «non difendere la sua incosciente ordinanza con fake news». Da qui un vero e proprio «giallo» politico che comunque ha un personaggio chiave, Giuseppe Aieta, capogruppo alla Regione dei «Democratici progressisti», gruppo satellite del Pd, partito del quale peraltro Aieta è stato consigliere regionale nella passata legislatura. È lo stesso Aieta, comunque, a rendere nota la vicenda e a spiegare la situazione attraverso i suoi canali social. Sulla sua pagina Facebook, lo scorso 28 aprile, aveva postato questo messaggio: "L'altro ieri (27 aprile, ndr), a margine del Consiglio regionale, ho interloquito lungamente con la Governatrice Santelli su alcune questioni che riguardano ristoranti, stabilimenti balneari, nautica, seconde case. In un clima collaborativo ho avanzato alcune proposte a nome del gruppo 'Democratici e Progressistì. Siamo in attesa di conoscere l’esito degli approfondimenti che la governatrice si è impegnata a verificare". A distanza di qualche ora, Santelli, dopo la «linea dura» delle precedenti settimane, ha firmato la contestata ordinanza che dispone, in anticipo rispetto ai colleghi governatori e in contrasto con la linea del governo nazionale, le 'aperture' dei servizi esterni di bar e ristoranti e di altre misure prima invece limitate o vietate. Ospite di numerose trasmissioni televisive, il presidente di Regione spiega che analoghe richieste erano state avanzate dal Pd, scatenando una ridda di proteste da parte dei democrat regionali. Alcune testate calabresi citano l’iniziativa di Aieta, che il 30 aprile così precisa su Facebook: "Tra le proposte presentate alla governatrice, per onore della verità, e per evitare fraintendimenti, vi sono molti punti recepiti nell’ordinanza di ieri sera. Sarebbe stata perfetta se non avesse anticipato i tempi". "Infatti, la nostra proposta, recita testualmente: 'Quando la stagione balneare potrà ripartire'. È evidente che ogni attività debba essere in conformità alle disposizioni nazionali per cui apprezziamo il recepimento delle nostre proposte ma - rileva il capogruppo dei 'Democratici Progressistì - consideriamo un errore aver anticipato i tempi che sono in contrasto con il Dpcm ultimo". E sempre Aieta torna oggi sulla vicenda, in un videomessaggio postato ancora su Facebook dal titolo: "Sull'ordinanza della governatrice Santelli, sulle furbizie trasversali e sulla pessima abitudine a non leggere". Aieta ricorda che la sua è stata «non una mozione ma una proposta» e quindi chiarisce ulteriormente: "Io non sono il suggeritore di Santelli, mi fa piacere che qualcuno mi dia questo potere, ma la Santelli stata molto furba perchè penso che sappia che io non sono iscritto nel gruppo del Pd ma in quello di Dp, lo sa. Non so - rimarca il gruppo dei 'Democratici Progressistì - a quale mozione si riferisce: lei dice del Pd, ma i miei colleghi del Pd smentiscono e ci credo, ci mancherebbe altro, ma a questa furbizia bisogna rispondere dicendo che quell'ordinanza è stata sbagliata, che ha tutto il sapore della politica e è che è stata quasi dettata da Salvini. Bisogna metterla sul piano politico - dice Aieta - non scaricando sui colleghi".

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