«Per Calabria, Puglia e altre regioni del Sud Italia, in cui la produzione dell'olio extravergine 100% italiano rappresenta un comparto strategico e primario per l’economia, il crollo dei prezzi è fonte di seria preoccupazione». L’eurodeputata del Movimento 5 stelle, Laura Ferrara, interviene sulla crisi dell’olio che sta mettendo in ginocchio i produttori. «In Calabria molti produttori olivicoli lamentano da tempo gravi difficoltà - afferma la Ferrara – e ciò avviene anche in altre regioni italiane. Lo scenario è desolante. Negli ultimi mesi il calo dei prezzi dell’olio, che sui valori massimi all’origine tocca i 3 euro al chilogrammo, sta fomentando la delusione e la rabbia nelle campagne poiché molti produttori olivicoli della regione non riescono più a coprire i costi di conduzione dell’oliveto. La delusione e la rabbia sono rese ancora più esasperate dal fatto che i depositi sono pieni. In Calabria, secondo Frantoio Italia, al 31 gennaio 2020, erano giacenti 15.827 tonnellate di olio extravergine sfuso e oltre 452mila litri di olio evo in bottiglia, tutto di produzione locale». «Secondo alcune associazioni di categoria le criticità del settore sono da ricondurre a molteplici fattori: dalle contraffazioni, all’invasione di olio straniero a dazio zero, al falso made in Italy. Un problema che si riflette anche sul consumatore, il quale rischia di vedere sugli scaffali dei supermercati sempre più oli di provenienza straniera e non tracciabili». «Stiamo assistendo ad una crisi storica di questo settore, i ribassi arrivano anche al 40%. Per questo chiedo alla Commissione quali misure urgenti intende adottare per sostenere i produttori olivicoli che si trovano ad affrontare una crisi senza precedenti e se intende tutelare il settore olivicolo sollecitando un’intensificazione dei controlli per arginare fenomeni di contraffazione e di falso made in Italy». «Più volte il Movimento 5 stelle in Europa, anche nella passata legislatura, ha denunciato le politiche commerciali e gli accordi internazionali (a dazio zero) che penalizzano l’olio italiano. La produzione di olio in altri Paesi ha costi molto più bassi e la filiera non è tracciabile e di qualità come in Italia. Ritengo che l’Unione europea debba essere sollecitata a promuovere politiche immediate di tutela di un importante settore economico locale che rischia seriamente di essere cancellato».