Cavaliere Pippo Callipo, lei guida il centrosinistra. Gli ultimi sondaggi consultati che risultati prospettano per lei e la sua coalizione?
«Non guardo i sondaggi, la mia unica rilevazione concreta sarà quella che avremo la mattina del 27 gennaio. Mi auguro soltanto che la gente ragioni prima di votare».
Se avesse la possibilità di tornare indietro rifarebbe la scelta di candidarsi?
«Certo che sì. Sono convinto che in Calabria ci sia bisogno di una rivoluzione.
È possibile trasferire il “metodo Callipo”, quello che ha fatto grandi le sue aziende, anche alla Regione?
«Molti mi accusano di non essere un politico. Ben venga tutto questo, sono orgoglioso di ciò. È finito il tempo del servilismo, della “politica dei compari”, offendendo la vera politica. Se per le mie imprese lavoro nell’interesse dei miei soci, ovvero la mia famiglia, alla Regione mi impegnerò per 1,8 milioni di calabresi, per offrire loro servizi e garantire diritti. Non parlo di ricette dei primi 100 giorni perché sono tutte puntualmente fallite. Se diventerò governatore mi rimboccherò le maniche per affrontare tutti i problemi. Non abbiamo una scala di priorità, ma sono tutte emergenze. Per questo motivo c’è bisogno di una squadra, un solista non può fare molto».
Dovrà scendere a patti con partiti e movimenti...
«Non ho vincoli, l’ho detto al segretario del Pd Nicola Zingaretti. Ho carta bianca sulla Giunta, mi avvarrò al massimo dei buoni consigli spassionati di amici e sostenitori. Bisogna pensare a una squadra di persone competenti, a mia immagine e somiglianza nel senso di rispetto delle regole e della legalità. Oggi spesso i politici si fanno vedere soltanto in occasione delle scadenze elettorali e poi spariscono. Ecco, questo non deve esistere».
Bella sfida, non c’è dubbio. Ma vanno fatti i conti con una coalizione...
«Ho già dato dimostrazione di non temere nulla con la pulizia fatte nelle liste. C’è stata una notte, in prossimità della scadenza delle candidature, in cui ho pensato di mollare tutto perché non seguivano la mia linea. Io chiedo aiuto alle persone competenti e ai rappresentanti delle organizzazioni professionali perché ognuno può dare un contributo dalla propria angolazione».
Durante queste settimane di campagna elettorale lei ha fatto più volte appello agli elettori del Movimento 5 Stelle e alle Sardine. Come pensa di attrarli e portarli dalla sua parte?
«Sto portando avanti questa crociata: mi rivolgo a tutti i calabresi che hanno voglia di cambiare e che hanno le tasche piene della situazione nella quale ci ritroviamo».
Il percorso che ha portato alla sua candidatura con il Pd è stato un po’ accidentato. L’editore Florindo Rubbettino, dopo essere stato incoronato dal Nazareno, si è chiamato fuori. Lei si sente sicuro di poter dire sempre la sua e di non finire al centro di faide tra correnti di partito?
«Non sono tranquillo, ma tranquillissimo perché non ho la bramosia di diventare governatore, né devo sistemare parenti o amici. Ho rinunciato a inserire nelle mie liste persone che si erano inizialmente proposte salvo poi passare dall’altra parte. Non sono attratto dai “portatori di voti”, ho preferito puntare sulla qualità dei candidati».
È passato da potenziale alfiere del M5S a portabandiera del Pd. Cosa è successo?
«C’erano state interlocuzioni con Luigi Di Maio, ma poi è sparito. Ricordo pure che un giorno sono venuti a trovarmi in ufficio i deputati Parentela e Tucci, i quali mi hanno proposto di essere il candidato del Movimento. Ho risposto di no perché sapevo che su 17 parlamentari, la metà non voleva sostenermi. Come facevo a essere il candidato di un partito diviso a metà al suo interno? Che forza avrai potuto avere? Il Pd mi cercava da tempo, i vertici di questo partito erano convinti di riuscire a chiudere un accordo con i 5 Stelle. Ma, come ormai è noto, è stata la riflessione di uno studente catanzarese sullo stato della Calabria a spingermi a candidarmi».
Conferma che c’è stato un tentativo di coinvolgere in questo progetto anche il candidato civico Carlo Tansi?
«L’ho sentito all’inizio di questa campagna elettorale ma senza avanzare nessuna richiesta. Non so se qualcuno del Pd ha fatto altro, non lo so. È un tentativo che andava fatto per il bene comune. La stessa cosa ho tentato di farla io con il M5S, ma senza fortuna neanche in questo caso».
Ritiene questo Pd un ostacolo per la Calabria che ha in mente Callipo?
«Per alcuni miei sostenitori è ostacolo, per altri è un vantaggio. Ripeto: ho preteso e ottenuto mani libere nelle scelte fin qui compiute».
Quanto potrà influire, in termini negativi, la ricusazione della lista “10 idee per la Calabria” messa in piedi da professori e intellettuali?
«Posso rassicurare tutti: l’impegno di questo movimento non è venuto meno. Sono sempre al mio fianco».
Qual è il giudizio della legislatura targata Oliverio?
«Sono stato abituato, per la mia formazione imprenditoriale, a non parlare mai del passato. È inutile perdere tempo, ho riscontrato dati negativi ma ora bisogna guardare avanti. Dovunque vado, mi ripetono tutti la stessa cosa: il mancato ascolto dei territori».
Concretamente, cosa si può fare per creare lavoro in Calabria?
«Il lavoro sta sopra tutto. Deve essere la nostra ossessione. Creare occupazione significa dare una prospettiva anche ad altri settori che arrancano. Penso, per esempio, alla sanità e alle infrastrutture».
Non ha citato l’agricoltura che tanto sta a cuore a Matteo Salvini...
«È uno degli asset fondamentali su cui puntare. Durante i miei incontri sono stato colpito dalle lagnanze di un agricoltore di Rosarno: mi ha spiegato come le clementine gli vengano pagate a 4 centesimi al chilo. E allora vogliamo vedere se la Regione può condizionare - in senso positivo - i supermercati che vengono qui e drenano ricchezze lasciando qui praticamente nulla? Penso all’esempio di Napoli».
A cosa si riferisce?
«Una ragazza, che di recente ho ospitato nelle mie strutture, mi ha spiegato nei dettagli il progetto “scegli Napoli”. In cosa consiste? In un accordo con tutti gli imprenditori locali ad esporre una bandierina in cui si invitano i consumatori a scegliere prodotti del posto. Bene, da questa iniziativa tutti hanno tratto benefici».
La sanità intanto affonda e i calabresi continuano i viaggi della speranza...
«Bisogna porre fine ai commissariamenti e andare a Roma con progetti concreti. Il nostro problema, come mi ha confermato Zingaretti, è avere avuto finora rappresentanti che vanno lì a difendere interessi minuscoli, magari di una singola clinica privata».
Se dovesse perdere le elezioni resterà in Consiglio regionale a guidare l’opposizione?
«Callipo non verrà votato da chi è abituato al servilismo, al comparaggio, agli inciuci. Io spero che gli indecisi abbiano uno scatto di coscienza. Che succederà dopo? È un tema che non mi pongo, tanto noi vinceremo».
Al forum hanno preso parte anche i giornalisti Nicola Lopreiato, Gaetano Mazzuca, Giuseppe Mercurio e Francesco Ranieri
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