"Io intendo dare una mano alla Calabria non a questa o quella parte politica. E sto dalla parte dei calabresi, da sempre e per sempre. Mi spinge ad accettare questa sfida la passione per la mia terra e il grido di sofferenza che avverto nei giovani e nelle famiglie calabresi". Ad affermarlo, in una dichiarazione, è Pippo Callipo, candidato alla presidenza della Regione Calabria sostenuto dal Pd. "Se ho deciso di competere per la Presidenza della Regione - prosegue - non è per affermare ragioni squisitamente politiche, pur accogliendo con estremo piacere l'adesione al progetto di cambiamento di autorevoli forze del centrosinistra e di una nutrita rappresentanza deIntendo dare mano a regione non alla società civile con cui mi auguro si possa fare una radicale azione di bonifica dell'Ente Regione, rilanciando anzitutto i concetti della programmazione come metodo e strumento di governo e della partecipazione popolare a tutte le scelte progettuali e decisionali. Ho accettato di candidarmi per fare uscire la nostra bellissima regione dall'isolamento in cui è stata cacciata. È insopportabile vedere che la mia regione non conta niente in Italia e in Europa, eppure vanta ricchezze naturalistiche di primissimo piano, un imponente patrimonio storico, culturale ed artistico, nonché talenti qui inutilizzati e costretti alla fuga". "Le mie parole d'ordine - afferma Callipo - sono sempre state: legalità, trasparenza amministrativa, sacrificio per ottenere risultati tangibili, merito e competenza. Mi rendo conto che sono parole che infastidiscono quei calabresi, tra i quali alcuni che in queste ore mi contestano, abituati a galleggiare nel sottobosco politico con l'unica incombenza di fare clientela per il padrone di turno che provvede a remunerarli con risorse pubbliche, ma bisogna farsene una ragione. Il tempo delle chiacchiere e della politica utile solo a se stessa è finito. La crisi economica morde e in Calabria abbiamo l'urgenza di promuovere sviluppo economico vero e nuova occupazione. Dobbiamo mettere a valore ciò' che abbiamo, ma possiamo farlo soltanto se siamo credibili, mettendo ordine laddove oggi regnano nefaste sovrapposizioni fra politica e burocrazia e cacciando dagli spazi pubblici speculatori e truffatori".