Da ottobre e gennaio si voterà per le Regionali in Umbria (il 17 ottobre), in Calabria (a novembre, ma la data del voto non è ancora fissata e potrebbe slittare a gennaio in caso di primarie regolate da una legge regionale), ed in Emilia Romagna (fra novembre e gennaio). In Calabria il dialogo fra Cinquestelle e Pd parte in salita. Mentre a Roma si lavora per formare il nuovo governo imperniato sull'inedito asse fra i due partiti, a Catanzaro si tenta di avviare un dialogo in vista delle Regionali che dovrebbero tenersi a novembre. Il tempo stringe e nei principali schieramenti si è ancora alla ricerca dei candidati.
Ma dal Movimento stellato, per ora, la risposta è no. Laura Ferrara, europarlamentare, fra le figure più ascoltate fra i grillini calabresi, è stata perentoria: «Sperare che in Calabria si possa realizzare ciò che in queste ore va delineandosi a Roma è improbabile, così come lo era quando a governare con il M5S c'era la Lega».
«Mi rendo conto - ha argomentato l’europarlamentare - che l’idea di un’alleanza con il M5s in Calabria è auspicabile per un partito che nonostante 4 anni e mezzo di governo regionale si ritrova ai minimi storici a causa di una classe dirigente completamente scollata da quelle che sono le reali problematiche del territorio. Vorrebbero creare per il Pd calabrese nuova credibilità politica attraverso il Movimento 5 stelle, ma le nostre regole non sono cambiate».
Magorno, però, non si è dato per vinto. L’occasione per rilanciare l’ha offerta un dibattito con alcuni sindaci svoltosi giovedì scorso a Belvedere Marittimo. «Il governo che sta per nascere - ha detto - è una grande opportunità, soprattutto per il Mezzogiorno. Negli ultimi governi - ha aggiunto - non ci sono stati uomini del Sud, auspico che personalità meridionali entrino nel nuovo esecutivo». Magorno ha lanciato non a caso il nome di un grillino eletto in Calabria: Nicola Morra, presidente della commissione antimafia. Poi ha ribadito che quella che si sta saldando a Roma è una formula da riproporre in Calabria. «Serve una nuova fase politica» ha detto. E, approfittando della presenza di due giovani primi cittadini di centrosinistra - quello di Soverato, Ernesto Alecci, e quello di Palmi, Giuseppe Ranuccio - ha lanciato l’idea di un attivismo da parte dei primi cittadini in nome del rinnovamento. Gli ha risposto, sollecitato dal moderatore, Alecci: «Essere giovani non significa essere migliori. Personalmente intendo continuare a fare il sindaco della mia città».
A lanciare la palla dalle file del Pd a quelle grilline era stato giorni fa proprio Ernesto Magorno, senatore renziano e sindaco di Diamante, oltre che ex segretario regionale del partito. Poi si sono registrati i «rumors» provenienti direttamente dal Nazareno registrati dalla stampa locale e la presa di posizione del commissario regionale del partito, Stefano Graziano. «Il quadro nazionale - ha dichiarato Graziano - cambia anche gli scenari locali. Siamo disponibili e pronti a ragionare, andiamo oltre la candidatura di Oliverio, su una strada che il Pd della Calabria stava già seguendo, quella del rinnovamento. Abbiamo spiegato le ragioni per le quali riteniamo di dover cambiare e oggi possiamo farlo ancora di più con uno scenario nazionale che si può realizzare su base locale. C'è stata - ha spiegato il commissario del PD - una riunione del gruppo dirigente all’inizio di agosto e abbiamo chiarito la posizione della segreteria e del commissario regionale esplicitando quella che era la nostra volontà di cambiamento, Oliverio sarà protagonista certo, non lo vogliamo tenere fuori, ma non candidato governatore. Al presidente della Regione Calabria abbiamo chiesto un atto di generosità e di responsabilità in un momento così delicato per contrastare l’avanzata di una destra pericolosa, xenofoba ed estremista. Con i 5 Stelle siamo disponibili a fare un ragionamento, lavoriamo a un candidato presidente di scenario diverso da condividere e che rappresenti il cambiamento». Dunque, uno dei possibili ostacoli al dialogo, cioè il governatore uscente Mario Oliverio, sarebbe rimosso.
Dal canto suo, Francesco Sapia, deputato pentastellato, ribadisce le riserve del Movimento. «Ancora - ha detto al «Quotidiano del Sud» - non c'è un governo nazionale e già in giro si parla di accordi elettorali per le Regionali, che, giova ribadire, non appartengono all’identità del Movimento 5 Stelle. Ci presenteremo alle Regionali della Calabria con un programma forte, centrato sui nodi della sanità, sulla pulizia e trasparenza dell’amministrazione regionale, sul contrasto della 'ndrangheta e su come assicurare lavoro, sviluppo e dignità ai calabresi, ai giovani, agli anziani, ai più deboli. Non ci interessano accordi per vincere, non è nel nostro dna». Sapia, comunque, non nega «la possibilità di un confronto sui temi, il che - precisa - non significa alleanza. Prima, però, - aggiunge - serve l’esempio da parte del Pd». Fa muro anche Federica Dieni, altra deputata del Movimento: «La possibile nascita di un governo targato Movimento 5 Stelle e Pd non significa in alcun modo che la stessa alleanza debba essere replicata nelle regioni e nelle varie realtà locali prossimamente chiamate al voto».
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