Scatta l’ora del redde rationem nel Partito democratico. Il Nazareno, seppur con una forma edulcorata da toni aspri, dà il benservito a Mario Oliverio, invocando per le prossime elezioni regionali «una candidatura che sappia cogliere il sentimento di rinnovamento che la società calabrese ci chiede di rappresentare". L’accelerazione decisa dalla segreteria nazionale del Pd sancisce ufficialmente la frattura con l’ala del partito calabrese guidata dal governatore. Le conseguenze di questo strappo sono al momento imprevedibili. Di certo Zingaretti, Orlando e gli altri big dem non fanno più mistero di ritenere "archiviata" la stagione oliveriana in Calabria. Nell’inner circle del governatore non prevale, comunque, la rassegnazione. Ai suoi Oliverio continua a ripetere di volere andare fino in fondo, subordinando la sua ricandidatura all’esito di primarie regolate per legge. E in questo senso va letta la delibera di Giunta che riporta in auge la consultazione. “Abbiamo più volte espresso preoccupazione per il clima politico in Calabria. È opinione della Segreteria nazionale che bisogna avere la forza e il coraggio di cambiare e innovare. In questi 5 anni riconosciamo che si e' fatto uno sforzo per dare un volto nuovo alla Calabria e che ci sono risultati importanti prodotto dall'azione di governo della giunta guidata da Mario Oliverio". "È tuttavia evidente che, di fronte alla forza ed al pericolo rappresentato dalla destra, dobbiamo fare il massimo sforzo di unita' e condivisione e lavorare ad una candidatura che sappia cogliere il sentimento di rinnovamento che la società calabrese ci chiede di rappresentare. Ci auguriamo che tutti, con senso di responsabilità, aiutino questo processo". Lo scrive in una nota il responsabile Mezzogiorno della segreteria nazionale Pd Nicola Oddati.