"L'assemblea legislativa regionale intende rilanciare con la forza, attraverso ogni utile iniziativa, la centralità della questione morale e della lotta alla 'ndrangheta, che devono costantemente essere il punto di riferimento di qualsiasi percorso politico-istituzionale venga intrapreso in Calabria". A dirlo è stato il presidente del Consiglio regionale della Calabria Nicola Irto aprendo la seduta che si svolte il giorno dopo l'arresto dei consiglieri Alessandro Nicolò e Sebi Romeo (ai domiciliari), entrambi sospesi dai rispettivi partiti, Fdi e Pd. Irto ha informato l'aula che prima dell'inizio dei lavori si è svolta una lunga seduta della Conferenza dei Capigruppo. "Una riunione - ha detto Irto - allargata all'ufficio di presidenza, al presidente della commissione consiliare contro la 'ndrangheta e al presidente della Giunta regionale Mario Oliverio. Nel corso della conferenza si è preso atto di quanto accaduto nella giornata di ieri con riferimento all'indagine della Dda di Reggio Calabria che ha riguardato anche due consiglieri regionali. Trovo doveroso informare delle valutazioni espresse all'esito della conferenza dei capigruppo. Il Consiglio regionale della Calabria esprime piena fiducia nella Magistratura e nelle Forze dell'Ordine, che operano quotidianamente con coraggio e facendo fronte all'esiguità delle risorse disponibili per l'affermazione del principio di legalità e per il contrasto alle organizzazioni mafiose che condizionano le libertà democratiche ed economiche dei cittadini". "La lotta alla 'ndrangheta alle cui vittime è solennemente intitolata l'Aula nella quale ci riuniamo, deve proseguire ed affermarsi attraverso un impegno che tutte le istituzioni, a cominciare dal Parlamento democraticamente eletto dei calabresi, hanno il dovere di portare avanti con determinazione e senza sconti". "Auguriamo ai consiglieri regionali coinvolti nell'indagine - ha aggiunto Irto - di chiarire la loro posizione e dimostrare l'estraneità degli addebiti che vengono loro mossi. Il consiglio regionale ripudia con forza la 'ndrangheta e ogni altra forma di criminalità comune e organizzata che mina la convivenza civile della nostra regione, impedisce il libero esercizio dei diritti, inquina il tessuto produttivo e locale".