"Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, dice che la sconfitta della mafia è questione di mesi. Non lo penso assolutamente. Io parlo di arginare il fenomeno mafioso nel rispetto della Costituzione, con un sistema giudiziario diverso da quello attuale sarebbe possibile in dieci anni abbattere l'80% delle mafie. Sarei comunque prudente a parlare di sconfitta. Sa perchè? Perchè in ognuno di noi c'è l'1% di mafiosità, nei nostri comportamenti quotidiani, nelle nostre reazioni. Pensateci". Lo ha dichiarato il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, partecipando alla trasmissione radiofonica Circo Massimo in onda su Radio Capital. Secondo Gratteri, la lotta alla 'ndrangheta e alle mafie avrebbe bisogno di un forte input politico: "Sono in magistratura - ha detto - dal 1986 e sto ancora aspettando un governo che ritenga di fare una guerra totale alle mafie. La storia mi ha insegnato finora che chiunque e' stato al potere non ha voluto un sistema giudiziario forte. Un sistema giudiziario forte vuol dire controllare il manovratore. E il manovratore non vuole essere controllato". La polizia giudiziaria italiana "è la migliore al mondo, o almeno fra le prime 2-3. E quando ci troviamo ai tavoli internazionali l'Italia è quasi sempre leader, e trascina - ha sottolineato il procuratore di Catanzaro - le altre polizie e magistrature nel contrasto alle mafie internazionali. Sta succedendo quello che già accade dal 1975, da quando si e' potuta certificare la presenza della 'ndrangheta in modo sistematico in Piemonte e Lombardia e poi, dopo un ventennio, anche in Emilia Romagna. La 'ndrangheta è presente con strutture radicate, con locali, con un territorio su cui esercita il potere esattamente come in Calabria. Nella nostra testa ragioniamo per Calabria, Lombardia, Piemonte, ma la 'ndrangheta non ragiona cosi'".