«Alla sanità calabrese non occorrono professionalità che vengono da lontano ma risposte immediate in termini di innalzamento dei servizi per garantire il diritto alla salute dei cittadini». Lo afferma Tonino Russo segretario generale di Cisl Calabria.
«Per fare questo - aggiunge - c’è la necessità di mettere mano immediatamente al vuoto di organico che esiste in tutte le strutture sanitarie della regione e che la nuova riforma pensionistica potrà solo peggiorare».
A questo proposito Russo sottolinea che «occorre andare oltre il Decreto legge che all’articolo 11 nell’affrontare lo sblocco delle assunzioni vincola i fabbisogni di personale a non superare il valore della spesa sostenuta nell’anno 2018. La Calabria – precisa - per via dei blocchi delle assunzioni negli ultimi 10 anni, nel 2018 ha una carenza di personale medico e infermieristico di oltre 3mila unità. È questa la ragione che ha determinato un aumento dell’emigrazione sanitaria e liste d’attesa per esami diagnostici che vanno oltre un anno».
«Non è dunque sufficiente - prosegue - mettere in piedi un piano di assunzioni considerando dati già superati nei fatti. Lo sblocco del turnover è un’operazione importante e per questo va avviata considerando la reale necessità di un quadro mutato».
Secondo Russo, «entro la fine del 2019 verranno a mancare circa cinquemila addetti nel settore sanitario». «Inoltre è necessario - dice ancora il segretario generale della Cisl - centralizzare gli acquisti ed escludere dalla lista i fornitori che negli anni hanno truffato con i doppi pagamenti».
Da qui l’appello. «La politica stia alla larga da un settore così delicato - afferma - abbandonando guerre per poltrone superpagate. Punti semmai a compiere il massimo sforzo per colmare i vuoti che si sono prodotti nelle piante organiche delle strutture e che rappresentano il primo vero avamposto per rispondere seriamente ai calabresi».
«Noi come Cisl -conclude - metteremo al centro della piattaforma di rivendicazioni che porteremo in piazza nel corso della manifestazione sindacale unitaria del 22 giugno a Reggio proprio il contenuto del ‘decreto Calabria’. Un provvedimento che non contiene neanche una riga su come affrontare le emergenze reali della sanità calabrese».
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