«Il dibattito alla Camera sul decreto del governo sulla sanità calabrese ha confermato una facile profezia». Ad affermarlo è stato il presidente della Regione, Mario Oliverio, a margine di un’iniziativa istituzionale a Lamezia Terme. Rispondendo alle domande dei giornalisti sulle polemiche alla Camera in sede di conversione in legge del decreto governativo sulla sanità calabrese, Oliverio ha specificato: «Già nel corso della mia audizione in Commissione Affari sociali della Camera ho avuto modo di dire che non siamo interessati a intese sui nomi. Nel decreto il governo ha messo una norma per la totale assunzione anche di questo scampolo di funzione che prima era in capo alla Regione, il governo quindi proceda, non vedo perchè noi dovremmo essere coinvolti in inciuci su nomi». «Noi - ha aggiunto il governatore della Calabria - siamo interessati alle problematiche dei servizi sanitari, e non ai nomi, l’ho già detto in quell'audizione. È avvilente quello che si è verificato ieri, con un ministro di questo paese che ricorre alla bugia per giustificare scelte che contraddicono i proclami fatti più volte». Oliverio ha poi osservato: «Non c'è nessuna intesa da fare con il presidente della Regione. La lettera di trasmissione di sette nomi è pervenuta al protocollo della Regione il 23 maggio: quindi, c'è una procedura già avviata, e nomi già indicati. Perchè rispetto ad atti che sono stati compiuti dal commissario e dal sub commissario, nominati dal governo su proposta del ministro della Sanità, bisogna nascondersi?». «Anche qui - ha sostenuto il governatore - c'è una chiara, evidente difficoltà: si tira la pietra e si nasconde il braccio. Invece bisogna avere il coraggio di assumersi la responsabilità delle scelte che si compiono: purtroppo, rispetto al mondo in cui queste scelte sono state presentate, si va in una direzione totalmente opposta. Non vedo perchè per la Calabria bisogna derogare dalle regole valide per le altre Regioni». «Assunto il fatto che il governo avocasse a sè le nomine, il governo dovrebbe farle rispettando le regole imposte alle altre regioni, e cioè ricorrendo a un albo nazionale che prevede determinati requisiti e scegliere da quell'albo. Perchè anche qui si è voluto derogare andando anche oltre, prevedendo la possibilità di nominare soggetti già in pensione». Secondo Oliverio, infine, «sono state fatte norme ad hoc per fare determinate scelte. Si è quindi disvelato il vero contenuto di questo decreto, che non ha nulla a che fare con le problematiche dei servizi sanitari, ma è solo un’operazione tesa ad avere mani libere per scegliere i commissari da mettere alla guida delle aziende sanitarie. Ci si assuma quantomeno- ha concluso il presidente della Regione - il coraggio delle scelte».