Calabria

Martedì 30 Aprile 2024

Sanità in Calabria, la lettera del ministro Grillo: "Non mi arrendo alla malagestione"

Giulia Grillo all'Ospedale di Locri

«Ce la faremo ad estirpare la malapianta che ha messo in ginocchio la sanità calabrese». Traboccano amarezza e speranza nella riflessione che il ministro alla Salute Giulia Grillo ha voluto lasciare, mentre è in fase di ultimazione il decreto che punta a rafforzare la gestione commissariale della sanità in Calabria. «Lo avevo già detto qualche settimana fa, non mi arrendo all'idea di un pezzo d'Italia con una sanità che è cronicamente disastrata. Non mi arrendo all'idea di una zona franca per chi non vuole la dignità, prima che la salute, per i propri concittadini Chi fa finta di niente, è complice. Venite in Calabria, ma non solo per mangiare bene, fare i bagni o godere della bellezza assoluta del miracolo del mare e della montagna aspra. Girate negli ospedali, parlate con chi lavora tra mille, croniche difficoltà. Guardate negli occhi i pazienti che ti dicono di aspettare mesi e mesi per una visita o un esame e che dal loro letto di dolore ti dicono, “Sono ricoverato qui per non dare fastidio ai figli che stanno al Nord, ma non va bene niente”. Chiedete al personale nei pronto soccorso che fanno come possono, contate le ambulanze a disposizione, andate a guardare gli armadietti dei medicinali. Chiedete conto ai responsabili. Ecco, io l'ho fatto e ho chiesto di farlo agli ispettori del mio ministero e ai Carabinieri del Nas. I risultati sono impietosi. Alcuni servizi televisivi hanno acceso i riflettori su situazioni oltre ogni umana immaginazione per un Paese che vuol dirsi avanzato, come l'Italia. Ma chi come me ogni giorno parla con i tecnici e ha riscontro, dati alla mano, dai territori con segnalazioni continue, non ha bisogno della stampella mediatica. Per questo tutto il Governo è con me in questa azione straordinaria per la Calabria. Non possiamo più tacere il bisogno di legalità, di regole, di diritti. Il decreto che in queste settimane ho preparato con i miei esperti al ministero è una misura straordinaria per una situazione straordinaria. Se i commissari per la sanità, nominati dal Governo, chiamati a riaddrizzare storture decennali continuano ad avere com'è stato finora le armi spuntate, nulla potrà mai migliorare. I commissari devono poter fare le nomine nelle aziende sanitarie e negli ospedali, devono poter monitorare e così eventualmente intervenire tempestivamente. Devono avere l'affiancamento delle forze dell'ordine. La mia proposta è per aiutare i calabresi, che sono miei fratelli. Sono contro la corruttela, i disservizi, le inefficienze, l'assenza di trasparenza. Il testo del decreto è ancora in lavorazione, ma cercherò di farlo approvare presto, in un Cdm che il presidente Conte vuole che si svolga in Calabria. Voglio che si sappia che il ministro sta lavorando per portare cambiamento reale, affondando il bisturi dove serve. Sono un medico e questo parallelo posso farlo a buon diritto. Non posso essere indulgente con quella parte di sanità calabrese, affetta da malagestione cronica, che toglie diritti ai suoi cittadini. Tanti calabresi mi scrivono ogni giorno chiedendomi di fare qualcosa. Certamente, all'indomani della mia visita a Locri qualche settimana fa dopo l'annuncio di provvedimenti forti, qualcuno mi ha esplicitamente detto: “Chi te lo fa fare? È una guerra persa. Pensa a situazioni positive che possono darti visibilità”. Ma ognuno risponde alla propria coscienza. E io, in coscienza, credo che è tempo di prenderci la responsabilità di estirpare la malapianta che ha messo in ginocchio la sanità di questa terra meravigliosa. D i fronte casa mia, dove mio figlio muoverà i primi passi, dove mi affaccio per raccogliere i pensieri, o solo per capire se piove o c'è il sole, c'è una terra che mi guarda. La Calabria mi sta davanti, terra sorella, bella e dolente, che chiede aiuto. Lo Stretto l'ho attraversato a nuoto e per me non c'è separazione. Se un pezzo di Paese resta indietro, tutto il Paese va indietro. Non mi rassegno a chi vuole, per suo tornaconto, una Calabria cristallizzata nel suo malessere. Come se lo scandalo fosse un pezzo di paesaggio che non si può cambiare. L'acqua dello Stretto a quest'ora è scura e i pensieri si fanno più pesanti, ma il sole tra qualche ora tornerà. E tornerà a splendere per tutti. Anche per i malati calabresi».

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