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Università, l'assessore Corigliano: "Regione Calabria contraria ai test di accesso"

Maria Francesca Corigliano

L'assessore all’Istruzione e Università, Maria Francesca Corigliano, ha fatto parte della delegazione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome audita stamane dalla Commissione "Cultura, scienza e istruzione" della Camera dei Deputati su "norme in materia di accesso ai corsi universitari”.

Dopo l'esposizione del documento della Conferenza da parte dell'assessore della Regione Toscana Monica Barni, l'assessore Corigliano ha espresso la posizione della Regione Calabria manifestando la condivisione del documento della Conferenza che evidenzia le difficoltà derivanti dalla riduzione del Fondo di Finanziamento Ordinario delle Università e la necessità di maggiore sostegno statale per l'attuazione del diritto allo studio,  per il potenziamento dei laboratori, per il sostegno alle borse di ricerca e per l'edilizia universitaria.

Aspetti del sistema universitario, questi, su cui la Regione Calabria, per scelta del presidente Oliverio, ha investito decine di milioni di euro.  Nel suo intervento, tuttavia, l’assessore regionale all’Istruzione ha precisato la posizione difforme della Regione Calabria relativamente alle prove di selezione che oggi regolano l'accesso ad alcuni corsi universitari.

«Noi siamo contrari ai test - ha partecipato l’assessore Corigliano - perché sono uno strumento selettivo che non riconosce il merito, ma privilegia il censo. I corsi per la preparazione ai test stessi - ha evidenziato - sono molto costosi e non tutte le famiglie sono in grado di sostenerli. Senza contare che molti studenti che non superano le prove selettive in Italia, ad esempio per medicina ed odontoiatria, avendo la possibilità economica si iscrivono in Spagna e in Albania, per poi esercitare qui la professione, invalidando gli effetti degli accessi programmati».

«La Regione Calabria, in difformità rispetto al documento approvato dalla Conferenza che considera ad oggi irrinunciabili, pur riconoscendone i limiti, i test di accesso, ritiene al contrario che il problema debba essere affrontato subito - ha proseguito -. Proponiamo il libero accesso degli studenti al primo anno con il vincolo di superare tutti gli esami con buona votazione e la possibilità di vedere riconosciuti gli esami comunque superati nel passaggio ad altro corso universitario. Il libero accesso iniziale è garanzia di maggiore equità sociale e la selezione affidata al merito contrasta il rischio di disperdere prezioso capitale umano in ambito scientifico».

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