"Non ci sono più i tempi tecnici per celebrare il congresso. E per questo procederemo alla nomina di un commissario per gestire il Pd calabrese". Sono state le parole usate da Matteo Orfini per ufficializzare il commissariamento del partito. Il Pd nazionale ha nominato l'ex senatore piemontese Stefano Esposito nuovo commissario.
Davanti allo stato maggiore del partito calabrese, riunito per l'occasione al Nazareno, il presidente del partito ha messo nero su bianco una decisione che era nell'aria. Non sono state accolte, dunque, le richieste di 180 segretari di circolo che avevano chiesto di celebrare il congresso il 3 marzo, nello stesso giorno delle primarie per la scelta del segretario nazionale.
La linea Orfini, dunque, ha avuto la meglio sull'ampio schieramento che anche oggi, a Roma, ha manifestato la sua perplessità contro il commissariamento. Un fronte che ha visto sulle stesse posizioni la deputata Enza Bruno Bossio, il capogruppo del Pd a Palazzo Campanella, Sebi Romeo, ma anche il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto e alcuni consiglieri regionali come Giuseppe Aieta e Michele Mirabello.
Orfini ha anche proposto la stesura di un documento che sottolineasse i meriti della Giunta regionale guidata da Mario Oliverio, ma anche su questo i dem calabresi si sono divisi. Davanti a un quadro di così alta balcanizzazione ai vertici del Nazareno non è rimasto che imboccare la strada del commissariamento. L'ennesimo dopo l'esperienze di Adriano Musi e Alfredo D'Attorre.
In serata Bruno Bossio ha commentato duramente la decisione dei vertici del Pd: "La stragrande maggioranza dei parlamentari e dei consiglieri regionali presenti alla riunione con Orfini era contraria al commissariamento ed ha chiesto di poter svolgere il congresso regionale in concomitanza con quello nazionale. Orfini ha addotto motivazioni burocratiche - ha insistito Bruno Bossio - e, nonostante un deliberato della Direzione, ha deciso il commissariamento insieme al presidente della Commissione congresso Dal Moro. Orfini e Dal Moro - ha concluso Bruno Bossio - hanno utilizzato il loro ruolo di garante a favore della mozione Martina, sapendo che la maggioranza degli iscritti al Pd in Calabria è a favore di Zingaretti. Il suo è stato un atto unilaterale e non condiviso dai presenti".
E anche Paola De Micheli, coordinatrice di "Piazza Grande", la componente del Pd che fa capo a Nicola Zingaretti lancia strali contro Orfini: "Il commissariamento conferma inoltre l'inadeguatezza del gruppo dirigente nazionale uscente di rigenerare il Pd nei circoli e nei territori. Con la candidatura di Nicola Zingaretti vogliamo cambiare tutto questo. Uno dei nostri impegni, a partire dal 3 marzo, è quello di aprire una nuova fase anche in Calabria per il rilancio del Pd e per ridare agli iscritti il potere di decidere".
Sul piede di guerra anche la corrente calabrese dei "Ricostituenti": "Aldilà delle mere questioni procedurali, il dato politico che viene fuori è la espropriazione del diritto degli iscritti del partito calabrese a decidere liberamente".
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