"Resto convinto in modo irrinunciabile che il congresso ci debba consegnare una leadership forte e legittimata dalle primarie. Ho però constatato che tutto questo con cosi' tanti candidati potrebbe non accadere. Il mio e' un gesto d'amore verso il partito".
L'ex ministro dell'Interno Marco Minniti spiega così, in un'intervista in apertura di Repubblica, il ritiro della corsa alla segreteria del Pd. "La mia candidatura poggiava su due obiettivi: unire il più possibile il nostro partito e rafforzarlo per costruire un'alternativa al governo nazionalpopulista", osserva Minniti.
Però "si è palesato il rischio che nessuno dei candidati raggiunga il 51%. E allora arrivare cosi' al congresso dopo uno anno dalla sconfitta del 4 marzo, dopo alcune probabili elezioni regionali e poco prima delle europee, sarebbe un disastro. Sarebbe la prima volta che un segretario del Pd viene eletto senza la maggioranza", il che equivarrebbe ad "accettare l'idea di un partito che sia solo una confederazione di correnti".
In merito al Matteo Renzi e al rischio scissioni, "le scissioni sono sempre un assillo. Il Pd ha pagato un prezzo altissimo a congressi cominciati e mai finiti. Spero che non ci sia alcuna scissione, sarebbe un regalo ai nazionalpopulisti", evidenzia Minniti. "Con Renzi non ci siamo sentiti. Spero davvero che nessuno pensi a una scissione. Si assumerebbe una responsabilità storica nei confronti della democrazia italiana. Indebolire il Pd significa indebolire la democrazia italiana", rimarca. "Mai come adesso rischiamo uno slittamento. Mai come adesso le differenze tra i partiti sono tanto nette".
La scelta dell'ex ministro dell'Interno spiazza i suoi sostenitori calabresi: il deputato Antonio Viscomi, il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto e il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà - solo per citarne tre - adesso dovranno trovare una nuova collocazione. In Calabria il fronte dei sostenitori di Nicola Zingaretti è già molto affollato. Con il governatore laziale ci sono il presidente della Giunta regionale calabrese Mario Oliverio, la deputata Enza Bruno Bossio e tutta l'area Franceschini oltre a numerosi consiglieri regionali.
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