Amministrative in Calabria, se nessuno “si presenta”: così muore la democrazia. È successo in tre paesi
Qualunque sia la prospettiva dalla quale la si osserva, la mancata presentazione di liste e candidati in alcuni paesi-simbolo della Calabria rappresenta una ferita alla democrazia. San Luca, simbolo di una Locride in perenne lotta per affrancarsi dal dominio della ’ndrangheta, è l’esempio più eclatante. Torneranno i commissari nel centro che ha dato i natali a Corrado Alvaro, e lo faranno per sopperire all’assenza di una politica che ha rinunciato a esercitare il proprio ruolo di corpo intermedio tra cittadini e istituzioni; di uno Stato che con le sue leggi ha paradossalmente finito per ostacolare la rinascita delle realtà complesse. Quanto successo a San Luca – e anche a San Lorenzo – dovrebbe far riflettere la classe dirigente, ma è da ottimisti perfino sperarlo. Manca una visione d’insieme, di lunga prospettiva, capace di indicare rotte e soluzioni a comunità che più di altre sono rimaste esposte alle difficoltà dei nostri tempi e alla pervasività della criminalità. Come non leggere se non in questa direzione quanto avvenuto a Melissa? Anche nel paese del Crotonese l’8 e 9 giugno non si tornerà alle urne per assenza di candidati. La commissione d’accesso per accertare infiltrazioni mafiose in Municipio ha appena terminato il proprio lavoro e ora si attendono le determinazioni di Prefetto e governo. Quanto successo fa riflettere: solo qualche mese fa lo Stato – rappresentato nelle varie articolazioni – esultava per un successo storico, l’abbattimento dell’ecomostro di Palazzo Mangeruca, edificio costruito dai clan e rimasto intoccabile per tanti anni. Nel frattempo, nel paese simbolo delle lotte contadine calabresi, tutti hanno tirato i remi in barca così da provare ad aggirare le conseguenze di uno scioglimento del Consiglio. È un destino (quasi) ineluttabile, a cui, nel Vibonese, a Mileto e Nicotera, sperano di scampare. Il clima è teso, si attendono le risultanze di Palazzo Chigi – è recente la scure su Tropea – dopo le relazioni delle commissioni d’accesso nei due Comuni. Un salto di qualità nella selezione del personale politico e la riforma del Testo unico degli enti locali sono gli elementi necessari per resettare un sistema perverso che finora ha dimostrato di possedere tutti gli anticorpi per rimanere immutabile.