
In una fase geopolitica complessa e delicata come quella attuale la Calabria rischia di diventare il classico vaso di coccio tra vasi di ferro. La riorganizzazione dei fondi europei, con l’inserimento delle spese per il settore difesa, e la spinta al potenziamento delle politiche industriali - argomento sparito da decenni dal dibattito italiano - potrebbero infatti cogliere di sorpresa quella che è una delle regioni più fragili del Mezzogiorno.
Per quanto riguarda gli investimenti nella difesa, legati ai nuovi obiettivi specifici all’interno del Fesr, l’Ue consente agli Stati membri di riprogrammare le somme destinate a investimenti e occupazione per migliorare le capacità produttive delle imprese del settore: in questo campo la Calabria non pare certo essere tra le teste di ponte. Anche sul piano infrastrutturale collegato a tale ambito tante sono le incognite: la Commissione Ue, con proposta del 24 aprile scorso, incoraggia gli Stati a trasferire le risorse Fesr verso il rafforzamento dei corridoi europei per la mobilità militare. La regione fa parte di tali corridoi europei?
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