
Infrastrutture, mobilità, logistica avanzata, valorizzazione del capitale umano e dei giovani, attrazione degli investimenti. Fitto l’ordine del giorno della riunione in cui Unindustria Calabria e i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil si sono confrontati nei giorni scorsi riprendendo la serie di riunioni operative già tenute negli ultimi 18 mesi. Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria, e il direttore dell’organizzazione Dario Lamanna, hanno quindi accolto nella sede dell’associazione i segretari regionali delle tre sigle sindacali Gianfranco Trotta (Cgil), Giuseppe Lavia (Cisl) e Mariaelena Senese (Uil).
«C’è grande sintonia d’intenti – ha detto Ferrara al termine dell’incontro –. Abbiamo ravvisato in maniera congiunta quanto sia importante operare per favorire l’attrazione di capitali e stimolare investimenti anche oltre i confini regionali. Quanto al tema delle infrastrutture, non c’è distanza tra imprese e sindacati: riqualificazione delle aree industriali, reti ferroviarie e viarie moderne e sicure e le esigenze di mobilità di persone e imprese non sono negoziabili, ma necessarie. Il tutto nell’ineludibile cornice della legalità e della sicurezza nei luoghi di lavoro: è presupposto imprescindibile l’applicazione dei contratti nazionali di lavoro e con essa la lotta al lavoro sommerso che dà origine a una concorrenza sleale e alla mortificazione di imprenditori seri e lavoratori».
«A ciò – ha detto ancora Ferrara – si aggiungono visioni congiunte su temi legati alla qualificazione delle imprese come la necessaria interlocuzione con gli Enti di formazione quali Its, Università e Accademie. C’è un capitale umano da formare e valorizzare in un’ottica di sistema, in maniera congiunta, perché si riduca il mismatch tra domanda e offerta nel mercato del lavoro calabrese. Questo è il terreno di collaborazione reciproca che ci vede tutt’altro che controparti».
«È difficile - ha affermato Trotta - richiamare investitori in Calabria con collegamenti precari e difficoltosi. La 106 ionica va completata, così come l’Alta Velocità. Serve che la sicurezza sui luoghi di lavoro diventi prioritaria, così come è urgente mettere a rete la filiera dei saperi con una nuova legge sul diritto allo studio, una legge regionale sul sistema universitario e della ricerca. Imprescindibile poi valorizzare la bilateralità nell’ottica della formazione dei lavoratori e dei datori di lavoro».
Per Lavia «solo una grande alleanza fra impresa e lavoro può contribuire a sostenere la crescita, lo sviluppo economico e occupazionale di territori e comunità. Prima di tutto, serve rafforzare un impegno comune su salute e sicurezza sul lavoro. Priorità all'attrazione degli investimenti privati, che generano valore aggiunto, forte attenzione alla riqualificazione delle aree industriali. Insieme possiamo contrastare la cultura del no, che genera immobilismo. Serve lavorare per il superamento dei gap infrastrutturali, con la realizzazione, per esempio, di un’Alta Velocità vera. E serve una stretta sinergia, con il mondo delle università calabresi. Su questi temi condivisi, possiamo lavorare insieme concretamente per una Calabria generativa».
Infine, per Senese, «l’Alta Velocità e il completamento della Statale 106 sono determinanti per lo sviluppo della Calabria e quindi del Mezzogiorno intero. La partenza dei lavori su nuovi tratti della Strada Statale 106 rappresenta una notizia importante per la Calabria, ma rischia di diventare un’occasione mancata se non si interviene con urgenza su alcuni nodi cruciali. E poi servono manodopera qualificata, ingegneri, tecnici e materie prime: su quest’ultime siamo di fronte a una vera e propria emergenza legata all’approvvigionamento dei materiali ed è proprio per questo chiediamo alla Regione Calabria un Piano cave aggiornato. L’obiettivo è costruire una società più giusta e inclusiva, pertanto i temi del lavoro povero, dei bassi salari, della differenza dei salari tra uomo e donna a parità di mansioni vanno affrontati con urgenza, altrimenti continueremo a registrare dati impietosi sulla fuga dei giovani all’estero».
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