
I numeri raccontano solo in parte le storie quotidiane di una umanità sempre più lacerata e sofferente. Cifre che divaricano la frattura tra il Nord e il Sud del paese, con quella porzione d’Italia che sorge dopo Eboli che diventa sempre più povera di abitanti e di risorse economiche. La crisi morde le basi delle finanze domestiche e le certezze quotidiane spariscono dinanzi a questa nuova fiammata dell’inflazione che ha messo a rischio la tenuta del potere d’acquisto delle famiglie e delle filiere produttive. Una ferita che si allarga in tutto il Paese, ma è qui che nutre maggiormente la paura perché la Calabria sconta un quadro di fragilità maggiore rispetto al resto del territorio nazionale. Pochi soldi e tanti sogni che fioriscono in una realtà quotidiana che, in questa terra, è storicamente più complicata.
E gli aumenti che continuano ad appesantire il carrello della spesa rappresentano l’inevitabile conseguenza. Il leader nazionale dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona, sottolinea come «anche in Calabria l’inflazione a febbraio è decollata passando dall’1,7% annuo di gennaio al +2,0% dell’ultima rilevazione. Una fiammata dovuta anche al caro bollette, contro le quali, purtroppo, il Governo è intervenuto tardivamente, non impedendo gli effetti nefasti sull’inflazione. Preoccupa anche il rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari che salgono su base annua al +3,1% di febbraio».

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