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Sos grano canadese, la denuncia di Coldiretti Calabria: “Importazioni in aumento e prezzi in calo per gli agricoltori”

ROMA (ITALPRESS) – La Commissione UE ha presentato al Consiglio la proposta di introdurre dazi straordinari su cereali, semi oleosi e prodotti derivati da Russia e Bielorussia.A riguardo, il commissario europeo all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, ha dichiarato: “La Federazione Russa utilizza i prodotti agricoli come un’arma. Le vendite di grano russo all’estero ammontano ormai a 50

Le campagne italiane sono invase dal grano canadese, con un incremento del 68% nelle importazioni che ha contribuito al crollo dei prezzi pagati agli agricoltori, nonostante il forte calo della produzione nazionale. A denunciarlo è Coldiretti, che ha analizzato i dati della Dg Agri relativi alla campagna commerciale 2024/2025, evidenziando un trend preoccupante per il settore cerealicolo.

Dal Canada sono arrivate 392mila tonnellate di grano duro, un quantitativo in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con prospettive di un ulteriore incremento nei prossimi mesi. «Si tratta di un grano trattato in pre-raccolta con il glifosato, una pratica vietata nel nostro Paese», denuncia Coldiretti, che sottolinea la necessità di un’armonizzazione delle regole sul mercato globale. «Siamo favorevoli agli scambi commerciali, ma è fondamentale garantire il principio di reciprocità e trasparenza».

Un obiettivo su cui l’associazione agricola italiana ed europea ha puntato i riflettori nel corso della recente riunione a Ortigia delle associazioni agricole dei Paesi del G7, proprio per discutere dell’impatto delle importazioni straniere sul mercato interno.

Prezzi in calo e concorrenza sleale

Secondo il rapporto della Commissione per lo Sviluppo del Grano del Saskatchewan, la guerra commerciale tra Stati Uniti e Canada potrebbe spingere il grano canadese verso altri mercati, tra cui l’Italia, aggravando ulteriormente la situazione. «Negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria invasione di prodotto estero, che ha destabilizzato il mercato», evidenzia Coldiretti.

Un fenomeno che, secondo l’associazione, ha portato a una riduzione del 12% del valore del grano nazionale nella prima settimana di marzo, con i prezzi scesi a 327,50 euro a tonnellata, contro i 372,50 dello stesso periodo del 2024. «Il nostro grano viene pagato sempre meno, mentre i costi di produzione continuano a salire», sottolinea Coldiretti.

La concorrenza del grano importato ha anche conseguenze sulle semine, con un calo medio del 6-7% delle superfici coltivate, che raggiunge punte del 10% in Puglia e Sicilia, le due principali regioni produttrici. A pesare sulle aziende agricole italiane ci sono anche i cambiamenti climatici: la siccità dell’ultimo anno ha già ridotto la produzione del 20%, mentre le scorte di grano nell’UE sono stimate in calo del 6-4% nel 2024-2025.

Coldiretti chiede controlli più severi

Nonostante la riduzione della disponibilità, i prezzi agli agricoltori restano bassi a causa delle importazioni sleali di cereali coltivati con prodotti vietati in Europa. «Il grano canadese, russo e turco viene trattato con sostanze chimiche vietate da anni nella UE, mentre i nostri agricoltori devono rispettare regole rigidissime», denuncia Coldiretti.

Tra i prodotti utilizzati all’estero e vietati in Italia ci sono il glifosato (per l’essiccazione pre-raccolta), il Carbendazim (fungicida sospettato di essere cancerogeno), il Malathion (tossico per le api), il Cyflutrin (insetticida considerato pericoloso per la salute umana) e il Fenoxaprop P ethyl, non consentito nella UE. Il grano ucraino, invece, viene trattato con il Chlorothalonil, un altro fungicida sospetto cancerogeno.

Per contrastare questa situazione, Coldiretti ha intensificato le ispezioni nei porti italiani, chiedendo al governo più controlli sulle merci importate. «È inaccettabile che il nostro mercato venga inondato di prodotti coltivati con sostanze vietate, mentre gli agricoltori italiani rispettano standard ambientali, sanitari e di sicurezza elevatissimi», afferma l’organizzazione. «Chiediamo che tutti i prodotti agroalimentari che entrano in Italia rispettino gli stessi criteri richiesti ai nostri produttori».

L’allarme lanciato da Coldiretti evidenzia l’urgenza di un intervento normativo per garantire equità e trasparenza nel settore cerealicolo italiano, proteggendo il reddito degli agricoltori e la qualità del grano destinato ai consumatori.

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