Calabria più povera e anziana. Preoccupato l’economista del Desf dell’Unical, Aiello: «Cresce solo la popolazione tra i 57 e gli 83 anni»
Il destino di questa regione attraversa le dune disegnate dai dati dell’Istituto di statistica nazionale che consolidano quello scenario di solitudine che va configurandosi col tempo. Da anni, sciami d’umanità abbandonano questa terra avara di opportunità, senza lavoro e senza speranze. Sono giovani, sono il futuro. È l’esodo dei nuovi profughi che cercano quello che qui non trovano: servizi essenziali efficienti e un salario di qualità. Negli ultimi cinque anni, sostiene l’economista del Desf dell’Unical, Francesco Aiello, la popolazione si è ridotta di 73.453 abitanti (il 3,84% in meno). «È come se fossero spariti 5 comuni con una popolazione di 15mila abitanti. O come se, in una città come Cosenza, fossero rimaste solo strade e case vuote. Preoccupa il dato aggregato ma è più allarmante il fatto che la riduzione della popolazione si distribuisca in modo disomogeneo tra le diverse fasce d’età». Aiello individua la falla nella categoria degli under 56 con una contrazione decisamente più marcata. «Un calo significativo attribuibile a due fenomeni: la fuga dei giovani e la crisi delle culle. Oltre il limite anagrafico dei 56 anni, la popolazione cresce nel confronto col 2019. Un incremento che si concentra soprattutto nel target 57-83 anni. Da 84 in poi, le differenze tra il 2019 e il 2024 sono irrilevanti. Ciò significa che la Calabria, in assenza di importanti cambiamenti strutturali, è destinata a diventare sempre più povera, più piccola e più assistita».