La Calabria è lo specchio fedele di un Mezzogiorno che si sta impoverendo all’anagrafe tra culle sempre più vuote, servizi essenziali non all’altezza, fuga dei giovani e invecchiamento di chi ha scelto di restare. Una terra che sembra trascinare la sua pena verso un futuro senza tempo. I numeri dell’inverno demografico già in corso diventano indicatori di scenari futuri sempre più tetri. Le previsioni demografiche di lungo periodo dell’Istat indicano un rafforzamento delle tendenze allo spopolamento delle aree interne, economicamente meno attrattive, e all’invecchiamento. Nei mesi passati, intervistato dalla Gazzetta, l’ex presidente dell’Inps, Pasquale Tridico (ed attuale europarlamentare M5S), aveva sollecitato interventi strutturali nel Sud a cominciare da un servizio sanitario efficace, in grado di dare risposte certe in tempi brevi, da una viabilità efficiente, da treni che viaggino in orario, dalla diffusione di asili nido e di scuole.
Industria del bisogno
Lo scenario che si combinerà in futuro è stato immaginato, nei giorni scorsi, nel rapporto sul lavoro domestico 2023, dall’Associazione “Domina” (famiglie dei datori di lavoro domestico), in collaborazione con la Fondazione “Leone Moressa”, su dati Inps. Le previsioni demografiche rivelano come il numero di badanti sia destinato ad aumentare con l’aumento dell’età anagrafica della popolazione. Nel 2050 in Calabria ci saranno 204 mila anziani (ultraottantenni) a fronte di soli 152 mila tra bambini e ragazzi (di età compresa tra 0 e 14 anni). La componente anziana, che rispetto al 2023 aumenterà del 58,0%, sarà quindi predominante rispetto a quella infantile (13,8% della popolazione contro 10,3%). Dunque, inevitabilmente si dovrà fare fronte a nuovi bisogni.
La tendenza attuale
Le stime in Calabria definiscono l’indotto complessivamente in circa 30mila soggetti. L’esercito dei regolari, secondo i dati del rapporto 2024 (su dati 2023), è costituito da 11.350 impiegati con tanto di paga e contributi versati. Del resto, si tratta degli angeli custodi della sofferenza e di rinforzi indispensabili per tenere in ordine le case. Uomini e donne si dedicano per mestiere, giorno e notte, alle persone in difficoltà e alle faccende domestiche. Si prendono cura di ogni spazio, di ogni oggetto, e assistono anziani ma pure gente con difficoltà di deambulazione o, comunque, non autosufficiente. In Calabria sarebbero impiegate (con contratto di lavoro regolare) 6.024 colf (3,3 ogni mille abitanti) e 5.326 badanti (4,1 ogni mille abitanti). Dunque, prevalenti sono le colf, ma le badanti contano comunque per il 46,9%. I datori di lavoro domestico sono 11.426 dato in diminuzione rispetto al 2022 (-12,1%). L’ambito domestico coinvolge l’1,2% della popolazione. In Calabria un lavoratore domestico su 10 è un parente o coniuge dell’assistito con età relativamente giovane: 48,7 anni. I collaboratori di nazionalità italiana sono la maggioranza (44,3%), mentre l’Est Europa rappresenta il 27,1% della platea mentre l’Asia rappresenta il 19,3% dei domestici. Le lavoratrici donne sono l’83,9% del totale.
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