La rinascita del Mezzogiorno è la pietra miliare dalla quale si dipana la lotta contro il fantasma dell’autonomia differenziata che vorrebbe mangiarsi la speranza di chi vive su questa zolla ai margini dell’Europa. Certo, lo squarcio esistente tra le due Italie è un punto consolidato nella storia, ma l’ampiezza della spaccatura tra il Nord e il Mezzogiorno sembra accorciarsi. Negli ultimi anni, anche grazie alla spinta dei finanziamenti pubblici (soprattutto quelli comunitari), la narrazione triste e sofferente della parte più meridionale dello Stivale è stata sostituita da un insolito dinamismo, fiorito sin dai primi mesi del 2023 e consolidatosi nel 2024. I diagrammi di crescita sono tornati a riempirsi di fiducia rappresentando la via d’uscita dall’imbuto della stagnazione (scandita dai “cigni neri” della pandemia e delle tensioni belliche) che aveva diffuso riflessi negativi sui dati del Pil. Ma, adesso, il Sud è ripartito, la Calabria è ripartita. Tutto il Mezzogiorno si è confermato motore di crescita del Paese. Sì, insomma, non c’è più un Nord che vola e un Sud che arranca col fiatone.
Startup innovative
Il cambio di paradigma si ritrova anche nelle imprese giovani che offrono un elevato contenuto tecnologico e presentano forti potenzialità di crescita negli angoli più nascosti e misteriosi di una terra ricca di idee come sa essere il Sud. Il Mezzogiorno si conferma culla di startup innovative ospitandone 3.702, pari al 26% del totale italiano (solo il Nord Ovest fa meglio tra le grandi macroaree con il 34,9%). Questo significa che più di una impresa tecnologica su quattro opera nel Sud Italia. Regioni come Campania e Sicilia hanno numeri rilevanti, con 1.413 e 714 aziende sulla frontiera tecnologica. Ma ci sono luci che brillano anche in Calabria che, con 256 imprese innovative, è la quarta regione nel meridione, dietro l’Abruzzo che la supera di poco (285). Tante idee in grado di intercettare le attenzioni (e, soprattutto, i fondi) dell’Europa che ha scoperto, finalmente, anche le potenzialità di questa terra.
Analisi Confcommercio
L’ultimo report del Mimit conferma la vitalità imprenditoriale con epotenzialità di crescita, come spiega il presidente regionale di Confcommercio, Klaus Algieri, che è anche vicepresidente nazionale di Unioncamere. «C’è ancora molto lavoro da fare per valorizzare ulteriormente questo patrimonio imprenditoriale e colmare il divario con le aree più sviluppate. Qui hanno sede il 7% delle startup innovative del Mezzogiorno e l’1,8% di quelle italiane. Pur essendo numericamente meno rilevanti rispetto a regioni come Lombardia e Lazio, queste imprese hanno un grande potenziale di crescita e sviluppo per la nostra economia regionale. Per poterle far crescere ci sono due strumenti principali che possono fare la differenza. Il primo è rappresentato dalla nuova “Legge Scaleup Act”, entrata in vigore recentemente. Questa legge introduce misure innovative come un periodo di registrazione esteso a 9 anni, permettendo alle startup di avere più tempo per consolidarsi, detrazioni fiscali del 65% per gli investitori e esenzioni sulle plusvalenze reinvestite, incentivando l’afflusso di capitale e un impatto istituzionale significativo, con 3 miliardi di euro previsti per sostenere il capitale di rischio. Il secondo è l’utilizzo del “Contratto di rete”, uno strumento giuridico che consente alle imprese di collaborare e condividere risorse e competenze.
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