La Calabria rischia di appassire dentro stime che seguono il filo di un andamento costante che spinge questa terra verso un destino demografico ormai irreversibile. Non si tratta, però, più solo di impoverimento all’anagrafe tra culle vuote, servizi pubblici poco competitivi, emigrazione giovanile e invecchiamento dei residenti. La tempesta demografica rischia di far calare il sipario anche su intere porzioni dei settori produttivi tradizionali che sono il motore dell’economia della regione. L’allarme arriva dal Cnel che, nei giorni scorsi, ha approvato il documento “Demografia e Forza Lavoro”, una fotografia in chiaro scuro dell’Italia con alcuni riferimenti anche ai territori.
Il Consiglio nazionale dell’economia e del Lavoro incrocia i temi chiave del rapporto Bes dell’Istat e del Rendiconto sociale dell’Inps, studi che sembrano convergere verso il preoccupante approdo di una costante riduzione del numero di individui in età lavorativa, malgrado un afflusso netto dall’estero. Sostiene il Cnel: «La contrazione numerica della popolazione attiva si aggiunge al fenomeno dell’esodo continuo di giovani in possesso di elevate competenze, che indebolisce lo stock di capitale umano del Paese, e alla rilevazione di una partecipazione femminile che – per quanto in crescita – continua ancora ed essere molto bassa, almeno 15 punti sotto la media europea».
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