l sipario cala su un anno di grandi contraddizioni tra il cambio di paradigma nel perimetro produttivo e le incertezze che ristagnano nel recinto occupazionale. Luci e ombre sul palcoscenico di un’economia che cerca di sopravvivere alla storia piuttosto che compierla. Tasse, burocrazia, caro-bollette, costo degli affitti e un senso perenne di precarietà attanagliano la vita di tantissime persone.
Il disagio è fatto di colonie sempre più vaste di esseri umani che faticano a gestire la sostenibilità della spesa familiare in mezzo a smottamenti a catena dentro gli argini della resilienza sociale sempre più provata. Il 2025 rischia di sorgere in mezzo agli aumenti di luce e gas che renderanno ancora più difficile la vita delle famiglie vulnerabili. Non si tratta di una sensazione, visto che Arera (l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente) ha già comunicato che, per effetto dell’aumento del gas, le bollette elettriche per le utenze in maggior tutela subiranno un aumento del 18,2% nel primo trimestre del nuovo anno. E i primi a doversi preoccupare saranno proprio gli utenti disagiati.
La denuncia dei consumatori
Nei giorni scorsi, Massimiliano Dona, leader nazionale dell’Unione consumatori, aveva segnalato, nella sua lettura dell’inflazione, una grave differenza territoriale sulla riduzione delle quotazioni medie in bolletta per luce e gas. A livello nazionale la flessione, a novembre, era stata del 4,3%. Ma in Calabria il beneficio non aveva neppure superato il 2%. «È sicuramente negativo che mentre in tutto il Paese la voce Energia elettrica, gas e altri combustibili scenda, a novembre 2024, del 4,3% su novembre 2023, in Calabria si abbassi di meno della metà», aveva detto Dona. Dunque, il rischio è che la prima bolletta del gas del nuovo anno possa trasformarsi in un autentico salasso per chi vive in Calabria.
Povertà energetica
La crisi energetica e i possibili rincari rischiano di impattare negativamente sulle famiglie con un carrello della spesa che costerà inevitabilmente più caro. Saranno soprattutto le quotazioni dei beni di consumo a subire possibili rialzi. E i prezzi più alti costringeranno a rinunce per garantire la tenuta dei conti domestici. Uno scenario che preannuncia un ulteriore aumento della povertà energetica.
I numeri forniti di recente dall’Oipe (Osservatorio italiano sulle povertà energetiche) rivelano le difficoltà delle famiglie italiane e, in modo particolare, calabresi, nell’anno 2023. I nuovi poveri energetici, in particolare, sono gli “invisibili”: famiglie nascoste, che non rivelano le loro difficoltà nel tenere accesi termosifoni, camini o stufe per riscaldare le proprie abitazioni perché non hanno la capacità finanziaria per sostenerne i costi. Un disagio che diventa incompatibile con le temperature di questi tempi. Il report dell’Oipe conferma la Calabria sull’ultimo gradino della classifica nazionale in quanto a povertà energetica, col 19,1% delle famiglie che non può permettersi di vivere in una casa calda. In pratica, una famiglia su cinque vive al gelo.
Allarme Confapi
La sofferenza rischia di riempire ogni casa. Ma non è un gran momento pure per le piccole e medie imprese. Il leader regionale delle pmi private, Francesco Napoli, non ha dubbi: «Nelle ultime settimane si registra un rialzo dei prezzi dell’energia, con previsioni che indicano una possibile impennata delle quotazioni del gas a partire dagli inizi del 2025. Gli analisti stimano che i prezzi potrebbero superare i 50 euro per megawattora, complici le persistenti tensioni geopolitiche, in particolare nei contesti russo-ucraino e mediorientale. Le conseguenze non tarderanno a farsi sentire.
L’incremento che peserà sulle bollette del primo trimestre del 2025 rischia di gravare significativamente su famiglie e imprese, già alle prese con un contesto economico complesso e costi sempre più difficili da sostenere. Per questo, suggerisco di aumentare le rinnovabili: semplificare le procedure per accelerare la transizione energetica.
Per affrontare le sfide legate al rialzo dei prezzi dell’energia e alla dipendenza dalle fonti fossili, una delle priorità deve essere il potenziamento delle energie rinnovabili. Tuttavia, la crescita di questo settore è spesso rallentata da iter burocratici complessi e tempi autorizzativi lunghi. Semplificare le procedure è essenziale per accelerare la realizzazione di nuovi impianti eolici, fotovoltaici, incluse le biomasse legnose e di altre fonti rinnovabili, garantendo così una maggiore autonomia energetica e una riduzione dei costi a medio-lungo termine.
Oltre a favorire la transizione ecologica, un sistema più snello può attrarre investimenti, creare nuovi posti di lavoro e contribuire a stabilizzare il mercato energetico, mettendo famiglie e imprese al riparo da future crisi.
L’aumento del costo dell’energia avrà inevitabilmente un impatto diretto sull’economia quotidiana, provocando un’infiammata dei prezzi che si rifletterà sul costo della vita e sul carrello della spesa. L’energia rappresenta un elemento fondamentale per la lavorazione, produzione, il trasporto e la conservazione dei beni di consumo. L’aumento delle tariffe si traduce in costi più alti per le imprese, che inevitabilmente ricadono sui consumatori finali. Prodotti alimentari, beni di prima necessità e servizi essenziali rischiano così di diventare sempre più onerosi per le famiglie.
In un contesto già caratterizzato da un’inflazione elevata, questo scenario potrebbe aggravare ulteriormente la pressione economica su fasce vulnerabili della popolazione, rendendo ancora più urgente l’adozione di misure strutturali per contenere i costi energetici e favorire la transizione verso fonti più stabili e sostenibili».
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