La sesta rata del Pnrr (8,7 miliardi) è appena arrivata da Bruxelles, eppure il governo italiano è alle prese con la definizione di una (nuova) modifica del Piano. La conferma, seppur declinata con linguaggio tecnico, è arrivata qualche giorno fa dal neo ministro Tommaso Foti. L’ex capogruppo meloniano a Montecitorio ha parlato di «massima attenzione» sul monitoraggio in corso e sulle «misure inserite nelle ultime tre rate», con l’obiettivo «di individuare i necessari correttivi per la piena e puntuale attuazione del Piano nei tempi previsti».
Dunque, avanti con la revisione, consentita peraltro dall’articolo 21 del regolamento del Recovery che permette di presentare una proposta di revisione «a causa di circostanze oggettive» che impediscono la realizzazione, in tutto o in parte, del Piano. Gli ultimi confronti tra la Struttura di missione creata a Palazzo Chigi e i responsabili dei vari dicasteri hanno dato forma ai timori emersi negli ultimi mesi. E cioè che per diversi progetti ci sono ritardi importanti che ne rendono pressoché impossibile la realizzazione entro il 30 giugno 2026.
In bilico, manco a dirlo, ci sono alcuni lotti dell’Alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria. In particolare quelli che riguardano la Calabria dove sono più importanti i ritardi accumulati. L’idea maturata a Roma sarebbe quella di trasferire su altre opere i fondi che non si riuscirebbero a spendere per quest’infrastruttura.
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