La Calabria rischia di restare imprigionata in una pericolosissima faglia che si è aperta tra le contraddizioni. Ci sono report che convergono verso un ritrovato dinamismo produttivo con una crescita che segna un cambio di paradigma. Ma c’è, però, in controtendenza, anche una realtà occupazionale in perenne affanno (il tasso nel secondo semestre del 2024 è fermo al 44,2%). Nei primi sei mesi di quest’anno il mercato del lavoro nella filiera agricola regionale ha chiuso con un saldo negativo (-9,8%). Una flessione, evidentemente, ispirata dalle difficoltà emerse all’interno di un settore in crisi d’aria per mancanza di liquidità e per i ripetuti “colpi bassi” inferti da una concorrenza estera poco “leale”. Sofferenza che si ritrova anche nel terzo trimestre del 2024 andato in archivio con una perfomance negativa per l’agricoltura (che ha un peso importante nell’economia calabrese rappresentato da 30.939 aziende) che ha chiuso il periodo di riferimento con un calo di -0,09%. Tutti gli altri comparti, invece, si muovono su percorsi di crescita.
Le cose, però, potrebbero cambiare in fretta. Il nuovo anno si aprirà con la possibilità di immettere nuovi capitali in agricoltura grazie allo sblocco del credito d’imposta al 100% sugli investimenti effettuati dalle aziende del Mezzogiorno nel settore agricolo per il 2023. Un provvedimento che ha soddisfatto il leader regionale di Coldiretti, Franco Aceto, perché questo strumento, finalizzato ad incentivare lo sviluppo economico delle aree svantaggiate, «ha rappresentato un’opportunità cruciale per molte aziende agricole calabresi, permettendo loro di recuperare integralmente gli importi investiti in innovazione e sostenibilità. Aceto, nel sottolineare l’importanza di questa misura per il settore agricolo regionale, ha spiegato che il risultato raggiunto offre la possibilità per le aziende di reinvestire ulteriormente nelle attività. Questi incentivi sono stati fondamentali per sostenere interventi quali l’installazione di sistemi di irrigazione più efficienti e il potenziamento delle strutture produttive, contribuendo ad aumentare la competitività delle imprese calabresi».
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